Malta Classical Music Academy 2021

Davide Alogna: “MCMA – Un regalo che la European Foundation for Support of Culture sta facendo a Malta”

Davide Alogna è un violinista Italiano che ha studiato in Italia e in Francia e ha debuttato come solista alla “Carnegie Hall” di New York nel 2016 e al “Teatro alla Scala” di Milano nel 2017. Ha suonato con orchestre come la “Chamber Orchestra” di New York, la “Cairo Symphony Orchestra”, la “Tchaikovsky Philharmonic Orchestra” e molte altre provenienti da tutto il mondo. Supporta la musica classica partecipando ad eventi e promuovendo la cultura in giro per il mondo.

Davide Alogna, Direttore Artistico Dipartimento Archi della Malta Classical Music Academy

Dalla sua biografia emerge un percorso di studi svoltosi sia in Italia che all’estero. Pensa che studiare nel proprio Paese e in altri possa dare una prospettiva diversa del settore della musica classica?

«Parlando di esperienze all’estero, direi subito che questo è il motivo per cui esistono iniziative come InClassica Festival e la Malta Classical Music Academy (MCMA). Esperienze di questo tipo, secondo me, dovrebbero essere intraprese da ogni violinista. Gli studenti che si sono iscritti a tutte le settimane della MCMA, hanno fatto la scelta migliore perché avranno più tempo per arricchire la loro conoscenza. Parlando dei miei studi, mi sono diplomato in violino e pianoforte e ho quasi raggiunto il diploma di composizione. Quando si studia in Italia, si ha una visione specifica degli insegnamenti, tuttavia, appena sono andato via dal mio Paese, a 21 anni, ho realizzato che altrove era “tutto un altro mondo”. Mentre studiavo alla Scuola di Musica di Fiesole, dove ero primo violino dell'Orchestra Giovanile Italiana, sono partito per Parigi, dove ho potuto perfezionare gli studi di musica da camera e ho vissuto un sistema di insegnamento completamente diverso; lì infatti i musicisti si esibivano in concerti solistici fin dai 16 anni. Nonostante fossi già un ottimo violinista in Italia, dovetti riconoscere quanto la mentalità fosse differente. L’esperienza estera mi ha aiutato principalmente ad avere più sicurezza in me stesso, e ad incontrare persone nuove che avevano la mia stessa “vocazione”. Inoltre, tutto ciò mi ha permesso di inserirmi al meglio nel mondo della musica classica, abbattendo i pregiudizi che si possono avere all’inizio nei confronti di altri artisti. È stato uno scalino fondamentale che nessun lavoratore, qualsiasi sia il suo mestiere, dovrebbe evitare».

“È possibile abbattere le barriere attraverso la lingua della musica”, sono sue parole. Come spiegherebbe questo concetto ideale partendo dalle sue esperienze personali?

«Sono una persona molto socievole, mi piace parlare e creare connessioni. Tuttavia, quando sono arrivato a Parigi, ho realizzato che non c’era così tanto bisogno di parlare la stessa lingua durante le lezioni perché esisteva il linguaggio della musica. Anche con la mia insegnante, nonostante parlassi un po’ di francese, il contatto più forte era data dalla musica. Ho capito questa cosa ancor di più quando ho vinto un concorso internazionale tra i migliori solisti di violino alla “Cité internationale Universitaire de Paris”. Partecipando e vincendo quella competizione, tra l’altro, ho potuto registrare il mio primo CD e cominciare a suonare in giro per il mondo. A proposito di CD, ieri ho annunciato il mio prossimo album, che è stato inciso con l'Orchestra di New York e sarà pubblicato a livello globale il 26 febbraio 2021».

Ha debuttato alla Scala di Milano il 29 ottobre 2017. Cosa ha significato per lei, considerando il rinomato prestigio di questo teatro?

«Prima del debutto, avevo già suonato con l’Orchestra della Scala in occasione concerti di Mendelssohn e Respighi e fatto le prove all’interno del teatro, perché è questo il protocollo, nonostante le esibizioni fossero previste in altri luoghi. Il giorno del debutto, sono entrato alla Scala consapevole del fatto che fosse come entrare a San Pietro per una persona credente; tuttavia, devo ammettere che non ho provato quell’emozione che ti fa tremare le gambe. Ricordo che quando ho finito la prima prova, mi sono seduto per conto mio e ho ascoltato il silenzio della sala vuota, sentendo le vibrazioni che quel teatro ha vissuto per più di duecento anni di arte e musica. La Scala è un posto talmente magico e “sacro” che è impossibile pensare ad altro quando suoni; infatti il mio pezzo da solista passò in un attimo, perché stavo pensando solo alla musica. Inoltre, il mio debutto alla Scala avvenne sotto la direzione di Hakan Sensoy, che parteciperà alla Malta Classical Music Academy e che è stato il primo direttore d'orchestra turco a dirigere nel teatro di Milano. Perciò, anche questa — come ho detto riguardo a Parigi — è stata un'esperienza fondamentale per un solista come me, che dimostra la bellezza di questa professione. Suonare alla Scala significa fare quello che ami in un posto “sacro” accompagnato da un’acustica brillante».

Leggendo la sua biografia, spiccano nomi di teatri incredibili come il “Suntory Hall” di Tokyo o il “Grand Theatre” di Shanghai, per nominarne alcuni. Come descriverebbe l’esperienza di suonare in alcune delle sale più importanti al mondo?

«Più che con il teatro, mi relaziono sempre con il pubblico, perché rappresenta per me l’elemento più importante. Sfortunatamente, non ho suonato concerti per un anno, a parte qualche esibizione solo in Italia, ovviamente, a causa del COVID-19. A proposito, quando la pandemia è cominciata, ero appena tornato dal Kosovo dove ho suonato con la “Kosovo Philharmonic”. Prima del Kosovo, sono stato in Francia e Brasile e poi in Guatemala. Tutti Paesi completamente diversi tra loro, con popolazioni e audience di un certo tipo: per questo dico che le emozioni sono create dalla relazione con le persone per le quali si suona. Chiaramente, ci sono teatri come il Grand Theatre, dove ho fatto un tour di 20 date in 25 giorni, che ti fanno vivere momenti unici e costruttivi perché ti insegnano a vivere la particolare preoccupazione che porti con te inducendoti ad essere ancora più concentrato. Se invece parliamo di acustica, non posso non ricordare la “Berliner Philharmonie” di Berlino e la “Carnegie Hall” di New York. In quest’ultima, tra l’altro, verrà presentato il mio prossimo album, appena si potrà tornare a vivere in maniera normale (ride)».

Parlando di “vivere normalmente”, puoi dirci qualcosa riguardo il “Progetto Rode”, creato in risposta alla pandemia?

«Ho avuto questa bellissima idea in un periodo molto felice della mia vita privata ma di crisi profonda per l’umanità e sono convinto che le idee migliori vengano nei momenti più difficili. Nel periodo del primo lockdown, ho pensato ai miei studenti e a che cosa avrei potuto fare per rendere la didattica a distanza meno complicata. Così mi sono chiesto cosa avrei voluto io per primo se fossi stato al loro posto. In quel momento ho pensato agli studi di Pierre Rode, che rappresentano un passaggio obbligato per tutti i violinisti e costituiscono una delle parti più significative della storia di questo strumento. Per cui, ho registrato i 24 Capricci insieme ad alcuni dei maggiori violinisti italiani; ho contattato solisti come Giacomo Scarponi e Michelangelo Lentini, che faranno parte della Academy di Malta e sono persone con le quali si può creare una bella armonia e sono certo che faranno un ottimo lavoro. Inoltre, il progetto è stato sostenuto da “Suonare News”, la principale rivista Italiana di musica, e distribuito dal Comitato Nazionale Italiano Musica (CIDIM). Per di più, è stato trasmesso su 32 canali di istituti culturali e ambasciate di tutto il mondo, tra cui Vancouver, Toronto, Istanbul, Amsterdam, Los Angeles e Sydney. Eravamo tutti uniti in un periodo difficile, suonando gratuitamente da casa come se fossimo stati davanti ai nostri studenti, con affetto e armonia. Devo dire che mi è piaciuto moltissimo e, in futuro, verrà pubblicato un CD coi 24 Capricci eseguiti da 24 violinisti. In aggiunta a questo, è nato un altro progetto, basato sulle sei sonate di Bach e le dodici fantasie di Telemann, nel quale collaboro con Francesco Manara e Emanuele Baldini, che parteciperà alla MCMA ed è primo violino dell’Orchestra di San Paolo, un musicista incredibile. Devo dire che questi progetti rappresentano eventi che danno vita ad altri eventi, proprio come accadrà con la Malta Classical Music Academy».

Parlando della Malta Classical Music Academy, cosa significa per lei essere stato nominato Direttore Artistico del Dipartimento Archi?

«Prima di tutto, sono profondamente emozionato; quando mi hanno proposto questo ruolo, ero estremamente felice, quasi non ci credevo perché è un risultato enorme. Più cercavo di realizzare, più capivo che stavo partecipando a qualcosa di rilevanza globale. Voglio infatti ringraziare il Presidente della European Foundation for Support of Culture (EUFSC) Konstantin Ishkhanov e tutte le persone con cui sto lavorando. Questo è un progetto fantastico e penso che rappresenti qualcosa di epocale; non ho memoria di qualcosa di simile, specialmente riguardo il dipartimento degli archi. Ci saranno professori eccezionali come Zakhar Bron, Boris Kuschnir, Marc Danel e Ingolf Turban; suoneranno musicisti come Maxim Vengerov, Daniel Hope e Sergey Khachatryan. Quando mi hanno contattato è stato come se mi avessero chiesto: “Davide, vuoi allenare la nazionale Italiana campione del Mondo del '82?” (ride)».

Konstantin Ishkhanov, President of the European Foundation for Support of Culture

Quali sono i suoi pensieri e le sue sensazioni nel venire a Malta e far parte della Malta Classical Music Academy e di InClassica Festival?

«Provo una gioia enorme e sono convinto che, nonostante le difficoltà causate dal COVID-19, la gente abbia bisogno di tutto questo; è come se volessimo scacciare la pandemia perché c’è bisogno di queste iniziative per riportare armonia. Onestamente, vorrei essere qualche anno più giovane e partecipare alle masterclass da studente. Immagina che alcuni dei miei colleghi mi hanno detto scherzando: ”Anche se insegneremo, magari ci iscriviamo lo stesso” (ride)».

Se pensa a Malta e alle persone che ci vivono, qual è la sua opinione generale riguardo al potenziale impatto culturale di questo evento e cosa pensa possa dare all’isola di Malta?

«L’impatto sarà incredibile perché Malta è già da sé un’isola di una bellezza assoluta, un posto incredibile. Prima di tutto, voglio evidenziare l’impatto che avrà sul mondo perché, secondo me, tutti parleranno di questo progetto; quando si parlerà di masterclass si penserà a Malta e alla MCMA perché non è mai successo qualcosa del genere prima d’ora. Per di più, ci sarà un grandissimo profitto economico; questi eventi sono un regalo che il Presidente Ishkhanov sta facendo all’isola di Malta. Ad esempio, mi viene da pensare all’impatto economico di un festival come quello di Verbier e a quanti turisti il “Teatro Sociale” abbia portato negli anni qui a Como. Quindi Malta, oltre ad essere un paradiso terrestre, rappresenterà un punto di riferimento culturale, a livello globale, e tutti i settori ne beneficeranno. Credo che questo progetto sarà una rampa di lancio per la cultura e tutti gli abitanti saranno sempre più interessati, specialmente perché vi parteciperanno leggende della musica classica. Mi piacerebbe, con rispetto parlando, che questi eventi diventassero come la notte degli Oscar negli Stati Uniti. Inoltre, voglio sottolineare l’importanza della sezione “bambini prodigio”, che rappresenta un modo per rendere l'evento più interessante soprattutto agli occhi di ragazzi e bambini che purtroppo sono stati trascurati, per quel che riguarda la musica classica, per troppo tempo».

Entrando nei particolari delle masterclass, quali tecniche verranno introdotte?

«Ogni professore ha un particolare ambito di interesse e, nel mio caso, gli studenti potranno concentrarsi su diversi aspetti: lo studio del rilassamento pre-esibizione, argomento che rappresenta un passaggio importantissimo nei concerti e spesso viene dimenticato. Ho invitato il violinista e violista Federico Stassi che lavorerà sul controllo prima della performance. A volte, infatti, proviamo per ore e ore senza sapere come controllare l’ansia e il fattore della competizione. Se invece gli studenti vorranno studiare i Capricci di Niccolò Paganini, sceglieranno Mr Turban perché è l'insegnante ideale per questo. Basti pensare che Verlag, casa editrice di musica classica, ha voluto Turban come testimone dei Capricci di Paganini appunto. Se invece i ragazzi volessero sapere come affrontare il repertorio di musica da camera o il tipo di vibrato, dovranno andare da Mr Danel. Oppure, se interessati nella capacità di avere una solida postura sul palco, andranno da Baldini, che è stato primo violino al “Teatro Comunale di Bologna”. In aggiunta, se gli studenti avranno bisogno di lavorare sull’intonazione, sul suono o sul movimento da palco, potranno venire da me. Tra l’altro, se volessero contattarmi, sarei disponibile a dare consigli su diversi aspetti del violino e dell’essere violinista. I ragazzi avranno nelle loro mani uno scrigno pieno di gemme di qualsiasi tipo, insomma».

Quale messaggio spera di trasmettere ai partecipanti e cosa spera possano portare a casa dopo un’esperienza di questo genere?

«La mia politica è uguale a quella della Malta Classical Music Academy, cioè che tutti lavoriamo insieme e nessuno deve sentirsi meno importante di altri. È fondamentale trattare i ragazzi con gentilezza ed educarli al meglio perché rappresentano il nostro futuro. Spero vivamente che i partecipanti possano essere soddisfatti e che ci sia un’atmosfera di gioia e serenità nello svolgimento di questa iniziativa meravigliosa. Inoltre, gli studenti potranno, grazie all’organizzazione della European Foundation for Support of Culture, uscire da una masterclass, andare a sentire un concerto e poi recarsi ad un’altra masterclass. Il gruppo che ho formato è composto da insegnanti che saranno lì a Malta per divertirsi e partecipare felicemente a questo progetto, dando vita ad una celebrazione musicale. Gli studenti, invece, devono tornare a casa con una voglia incontrastabile di credere in questa missione che è la musica».

Davide Alogna è Direttore Artistico del Dipartimento Archi della Malta Classical Music Academy (17 aprile - 11 maggio 2021) e professore di masterclass di violino per tutta la durata dell’Academy.