Milano, al via la prima "finalina" del Premio Mormone per violino - 18/06/2025 |
È partito con entusiasmo mercoledi 17 giugno 2025 a Milano il nuovo capitolo del Premio internazionale "Antonio Mormone", organizzato dalla Fondazione La Società dei Concerti, che quest’anno celebra il violino. Un premio che guarda al futuro, al passo con le nuove generazioni, pensato per accompagnare, e non solo premiare, i concorrenti in un percorso musicale e umano iniziato nel 2023: recital, musica da camera, orchestra, strumenti storici, prove dal vivo. Una competizione lunga, immersiva, che culminerà domenica 22 giugno al Teatro alla Scala. La serata del 17 giugno ha inaugurato ufficialmente la fase finale, con la prima delle cinque esibizioni che vedranno protagoniste le tre finaliste rimaste in gara. Dopo il saluto della presidente Enrica Ciccarelli, la Sala Verdi del Conservatorio di Milano si è fatta silenziosa, pronta ad accogliere la musica. Il pubblico è presente, la giuria in posizione, si comincia. Ad aprire la serata, la violinista coreana, Anna Im, 28 anni, con il Trio op. 9 n. 3 di Beethoven, affiancata da Benedetta Bucci alla viola e Massimo Polidori al violoncello. È il brano cameristico scelto per tutte le finaliste, occasione preziosa per ascoltare letture diverse di una stessa partitura. I dialoghi si intrecciano e si sciolgono, guidati dalla voce chiara del violino. Il secondo movimento è intimo e malinconico, come qualcosa che arriva da lontano. Il trio si conclude con un senso di razionale compimento, come una frase ben detta, una visione compiuta. Nella seconda parte della serata, Hawijch Elders, Paesi Bassi, 27 anni, affronta il recital, accompagnata da Sander Sittig al pianoforte. Un duo affiatato, la cui intesa è evidente. In Prokofiev c’è energia e slancio narrativo; in Debussy, sospensione e fragilità luminosa. Poi la Sonatina V di Fabio Vacchi, brano ricco di possibilità interpretative. Elders la interpreta con decisione, profondità e controllo timbrico. Il compositore, presente in sala, sale sul palco tra gli applausi. «Le ragazze oggi lo dimostrano: sono pronte», afferma Ciccarelli. «Il nostro obiettivo è accompagnare questi giovani musicisti nella crescita artistica e professionale. Vogliamo artisti veri, capaci di affrontare la scena e di toccare chi li ascolta. Per questo il percorso è lungo, strutturato, ricco di stimoli. E oggi vediamo i frutti di questo lavoro». La prima finale del Piam 2025 ha offerto un viaggio fra stili, epoche e linguaggi. In programma: Beethoven, Prokof’ev, Debussy, Vacchi, Saint-Saëns/Ysaÿe. Due interpreti, due visioni. Elders, intensa e stratificata. Im, più liquida e cantabile. Nell’ultimo brano, il Caprice su Saint-Saëns rivisto da Ysaÿe, una scintilla frizzante: come bollicine musicali nell’aria. Il Concorso prosegue mercoledì 18 giugno. (Marta Leung). © Riproduzione riservata. |
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