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Musica & affari
di Francesco Rampichini

Per sapere lo stato di salute del mercato europeo degli strumenti musicali, gli operatori si incontrano ogni anno alla Fiera di Francoforte. La città tedesca è da vent'anni il più importante salone specializzato e, come si dice, “fa tendenza”. Si svolge tradizionalmente in marzo, due mesi dopo il Namm, l'equivalente fiera americana. Eccezionalmente quest'anno, per la concomitanza con altre esposizioni, è slittata a metà aprile. I numeri di Francoforte sono impressionanti: 2 mila espositori provenienti da 48 Paesi (+4 per cento rispetto alla scorsa edizione) distribuiti su 7 padiglioni per un totale di 130 mila metri quadrati. Centomila visitatori da tutto il mondo, dei quali quasi la metà operatori professionali, con massicce presenza di compratori (importatori e negozianti). Tra gli espositori l’Italia risulta al quarto posto con 145 stand (+ 7 per cento rispetto al 1999), preceduta solo da Germania (976), Stati Uniti (232), Gran Bretagna (170) e seguita da Francia (93), Spagna (66) e Olanda (56). Nei cinque giorni della rassegna si sono svolti 200 concerti, un buon numero di workshop e seminari ed è stata dedicata una sezione speciale a “Internet e Musica”, con distribuzione on line di file MP3. Significativa la presenza italiana anche nel settore Pro Light + Sound (luci, tecnologia, design) nel quale, assicura l’amministratore delegato di Messe Frankfurt Italia Donald J. Wich, «il nostro Paese è all’avanguardia». Purtroppo non è tutto oro quel che luccica. Non sono mancate, infatti, le voci di scontento, sia per l’assenza di alcuni interlocutori dei mercati forti, sia per il periodo scelto, troppo a ridosso della fine dell'anno scolastico. pianoforti Tra gli eventi più mondani della Fiera si è svolto il 12 aprile un grande ricevimento al 21° piano dell’Intercontinental Hotel, dove Shigeru Kawai, patriarca dell’omonima casa giapponese, ha presentato a una selezionata cerchia di invitati il nuovo pianoforte “Sk 7”. «Il mio sogno – ha ricordato Kawai – era di creare il miglior pianoforte mai esistito. Per anni studiai a fondo le originali tecniche di costruzione per poterle riprodurre alla perfezione». Hirotaka Kawai, figlio di Shigeru e neo Presidente della Società distribuita in Italia da Furcht, ha illustrato poi la nuova serie di pianoforti digitali “Mp 9000” (“Best Product Of The Year”) affermando che «l’economia giapponese sta migliorando». Quindi la bravissima testimonial uzbeka Anna Malikova – formatasi al “Ciaikovski" di Mosca dove da tempo i Kawai sono adottati – ha eseguito sull’“Sk7” assaggi di un recital chopiniano poi offerto agli invitati in un CD, incastonato in un elegante packaging. Il giorno seguente nel dedalo dei padiglioni fieristici, tra novità, tendenze e contrattazioni, cerchiamo di farci un’idea sull’andamento del mercato europeo e sui rapporti con quelli extra Ue. Un dato emerso è il primato degli Stati Uniti sull’Europa in termini di giro d’affari per quasi tutti gli operatori comunitari, favoriti anche dalla debolezza dell’Euro che rende estremamente concorrenziali i nostri prezzi sui mercati esteri. Bartolomeo Cristofori non crederebbe ai suoi occhi se, dal lontano giorno del 1700 in cui sostituì il meccanismo dei saltarelli con quello dei martelletti, potesse gettare uno sguardo sul destino del suo brevetto nel nuovo millennio, a cominciare da Steinway & Sons. Fondata nel 1880, la Casa newyorkese vanta tra i suoi aficionados la più elitaria schiera d’interpreti internazionali. I modelli oggi in produzione, fra verticali, coda e gran coda (costituito di 12 mila parti singole!), si collocano sul mercato tedesco in una fascia di prezzi che va dai 35 ai 171 mila marchi (aggiungere 3 zeri per tradurre in lire), venduti nel solo ‘99 in oltre mille e 200 esemplari nel mondo. Ecco poi Boston, fondata ad Amburgo nel 1992 su design Steinway, da tre anni sul mercato italiano e da cinque in rete con i concessionari della Casa newyorkese. Dalla Strinasacchi, rappresentante generale per l’Italia, apprendiamo che «il marchio sta guadagnando lentamente un suo spazio anche da noi, in un momento di mercato non proprio favorevole, al contrario di quello americano che è invece ottimo». Si parla comunque di 31 mila strumenti venduti nel mondo in otto anni, il cui ultimo nato è il verticale “UP-126”. «Nel 1999 – continua Giovanni Doria della Strinasacchi – questi strumenti sono stati usati ai concorsi "Busoni" e "Viotti", anche se la misura più grande (2,18 m) non compete con i gran coda. Alla Musikmesse del 2001 saranno poi presentati i Young Chang costruiti per Boston, in un segmento di prezzo più basso». L’articolazione dei rapporti della coreana Young Chang con i big occidentali del settore indica una tendenza all’espansione dell’estremo oriente non nipponico ben lontano dall’affievolirsi. Il catalogo Young Chang (distr. Casale Bauer) offre gran coda, mezza coda e verticali come l’“U-121”, di ogni dimensione, foggia e colore, incluse lacche blu e bianche tutte da vedere. Anche Kurzweil, peraltro, che presenta i nuovi modelli digitali “Mark” 1, 2, 3, 6 e 8, è oggi parte della Young Chang Europe Division. Dalla Repubblica Ceca ecco i pianoforti Petrof, distribuiti in Italia da Ciampi , dietro il cui marchio operano altre quattro famose case (Weinbach, Rösler, Scholze e Fibich). L’impresa, con mille dipendenti e un network di vendite diramato in 58 stati su cinque continenti, a 136 anni dalla fondazione ha costruito oltre 550 mila strumenti, fra cui l’ultimo “Jubilaeus 2000” prodotto in numero limitato. Nei suoi 210 mila metri quadrati di stabilimenti possiede tra l’altro la più grande camera anecoica del Paese. La classifica di vendite indicata da Petrof vede in ordine decrescente i mercati di Usa, Francia, Olanda, Taiwan, Canada, Cina, Italia e Spagna. Sempre dalla Repubblica Ceca ecco i marchi Rieger-Kloss e Bohemia, importati in Italia dalla dinamica Progetto Piano di Napoli. Bösendorfer (distr. Casale Bauer) presenta il “Millennium II”, pianoforte di estetica fin de siècle prodotto quest’anno in soli 50 esemplari già tutti venduti, esposto accanto al mitico 97 tasti “290 Imperial”. Bechstein, gruppo berlinese nato nel 1853 che vanta fra i sostenitori nientemeno che Liszt («Ho suonato i vostri strumenti per 28 anni e avete mantenuto la vostra supremazia») e Debussy («La musica per pianoforte dovrebbe essere scritta solo per i Bechstein»), offre una gamma di strumenti che va dai sobri ed eleganti verticali “Classic 118” ai più ricercati “Avance” e “Ars Nova”, sino al gran coda “D 280”. Al gruppo Bechstein appartiene anche Zimmerman, la cui serie di verticali “Z” - dal compatto “Z4” al professionale “Z1” - risulta fra le più vendute in Germania. Con i cinesi della Pearl River non è facile conferire, dato che il solo addetto anglofono è sempre altrove. Scopriamo però che il “gran drago” lancia le sue fiamme sull’Europa grazie alla sponsorizzazione del “Comitato Economico della provincia di Guang Dong”. D’altronde il motto del general manager dell’Azienda (distribuita in Italia da Furcht) è: «Secondo il principio di avere e offrire alla società, Prpg servirà la società per sempre». Molto socialista, come l’incredibile concerto organizzato dalla Compagnia (che produce anche chitarre, archi e ottoni) l’11 luglio 1997, con 97 giovani pianisti seduti ad altrettanti gran coda e allineati nel “Tianhe Sports Center” di Guangzhou per celebrare all’unisono il ritorno di Honk Kong alla Cina. È di nuovo Corea con Samick, che espone con la “World Piano Series New Millennium” i verticali “Wsu” 131GD e 121LD e i modelli “Wfg” 185 e 275. E, finalmente, fra tanti costruttori esteri incontriamo l’ottimismo dell’italiano Fazioli da Sacile, Pordenone. «Va molto meglio degli anni passati – dicono al grande ed elegante stand. L’America è per noi un mercato molto importante, ma questa Musikmesse è un’occasione fondamentale per trovare nuovi venditori, dato che abbiamo ancora molti paesi scoperti in continenti come Asia e Africa». I sei modelli Fazioli vanno dal mezza coda “F156” al gigante “F308”, in assoluto il piano più lungo del mondo con i suoi 3,08 m, quattro pedali e 690 chili di peso. Yamaha celebra invece il suo 100° anniversario nel settore pianoforti presentando un vero fulmine di guerra: l’iperdotato “Millennium Grand Piano Pro 2000”, che sintetizza in un design avveniristico tradizione e tecnologie avanzate. Il cuore digitale dello strumento è costituito dal processore Intel Pentium III di un Pc controllato attraverso un touch screen, più l’immancabile Disklavier posto sotto la tastiera. La struttura in alluminio, con coperchi trasparenti e coda in legno chiaro che ne “umanizza” l’estetica, ha avuto grande impatto sul pubblico. Il colosso giapponese dei tre diapason mostra poi il “Centennial C3”, un mezza coda in stile antico, i verticali “U3” e “U5” disponibili anche con Disklavier, i noti “Clavinova”, e lancia la linea di tastiere elettroniche “Millennium” capitanate dalla nuova “Psr 9000”: 22,5 kg di peso, 61 tasti, polifonia a 126 voci, amplificazione integrata (56W) e interfaccia Scsi. Gem presenta la serie di pianoforti digitali portatili “Realpiano” arricchita di tre nuovi modelli, un 76 tasti (semi pesati) e due 88 tasti (pesati) con Hammer Action, una varietà di timbri vintage, database di 444 suoni strumentali richiamabili via Midi, polifonia a 32 voci, multi timbricità a 16 parti, 22 riverberi e altrettanti effetti associati ai preset, il tutto per un sorprendente rapporto qualità-prezzo. Ampiamente presente tra i pianoforti digitali anche Kawai, con i “Cn” 370 e 470, e i “Ca” 770 e 970, tutti con differenti timbri disponibili, sequencer interno e amplificazione da 40W (tranne il “Cn 370” a 15W). fiati Nel settore legni e ottoni ecco Henri Selmer, marchio fondato a Parigi nel 1885 e distribuito in Italia da Mogar. Un manager dell’azienda ci spiega che il loro mercato «si divide equamente in quattro grandi aree rappresentate da Usa e Giappone - senza dubbio i più forti acquirenti - e Francia e resto d’Europa, dove solo il 7-8% è rappresentato dall’Italia». Oltre alla consolidata tradizione dei sassofoni quest’anno Selmer presenta il nuovo clarinetto “10SII”, con un corpo più sottile e chiavi interamente ridisegnate, il cui modello in Sib è disponibile anche con diapason a 442 Hz. Segnaliamo en passant per i clarinettisti l’esistenza di un sito dell’“Alleanza Mondiale del Clarinetto” (www.wka-clarinet.org) da visitare per informazioni, scambi, opportunità. Anche alla Bach (Selmer Company), marchio universalmente noto per le trombe, confermano che il mercato principale «sono e restano gli Usa, mentre in Europa il maggior cliente è senz’altro la Germania». Svetta in catalogo e al centro dello stand la “180S-37”, loro tromba di maggior successo e vero gioiello, disponibile in cinque diverse dimensioni, attorniata da una gamma di strumenti che va dai fantastici sopranini ai flicorni. Da Buffet Crampon, azienda leader nei clarinetti, la responsabile di prodotto ci spiega, in generale contro tendenza, che è proprio l’Italia il loro primo mercato europeo «davanti a Francia, Inghilterra e Germania, solo al 4° posto a causa della forte concorrenza locale». «I nostri clarinetti – aggiunge – vanno davvero bene anche in Belgio, in particolare i modelli lanciati due anni fa, che sono un articolo di punta: i BC1131LV e BC1231LV in Sib e in La. Il modello basso – conclude – è invece più popolare in America, che resta un mercato importante anche se meno dell’Europa». A rappresentare il made in Italy ci sono anche i Fratelli Patricola da Castelnuovo Scrivia, apprezzati costruttori di oboi e clarinetti. «Abbiamo lavorato bene – dice il titolare – ma la data della fiera era sbagliata, perché adesso terminano le scuole e i negozi non fanno ordini nuovi. Per fortuna l’anno prossimo tornerà a inizio marzo». Patricola lamenta l’assenza di alcuni operatori stranieri, soprattutto giapponesi e americani, e indica fra i suoi maggiori clienti Germania, Svizzera, Olanda, Svezia e Spagna «dove la musica – dice – è davvero di casa. Se fosse per il mercato interno potremmo anche chiudere». Sempre dall’Italia segnaliamo anche Rampone & Cazzani che ha presentato un nuovo sassofono soprano. I giapponesi della Miyazawa Flutes informano, con qualche resistenza, che “in Europa il primo mercato resta l’Inghilterra, seguita da Germania, Francia e ben più distaccata, Italia. Mentre in Usa le cose vanno molto bene”. La Armstrong, leader americana per i flauti, presenta il nuovo “80B-Gen2”, disponibile anche in versioni placcate oro a 24K in Sol e in La, e con un meccanismo per “splittare” in Mi. chitarre Fra le chitarre, accanto a Yamaha ovviamente presente anche in questo settore, molti i rappresentanti della liuteria spagnola da tempo consolidati anche in Italia, a cominciare da Rodriguez che si dice «molto soddisfatto del momento» e che oltre ai modelli classici da studio e flamenco offre nella fascia di prezzo più alta - fra i 3 mila e i 16 mila euro - la serie “Maestro” firmata da Norman e Manuel Rodriguez Senior e Junior. Anche Alhambra, casa fondata nel 1965, «va piuttosto bene in tutta Europa» dice il Direttore della Croson (distributore italiano), con un catalogo di classiche da studio, cutaway amplificate, acustiche e qualche bandurria. Raimundo (distr. Backline) si è conquistata nel nostro Paese una buona fetta di mercato fra le chitarre da studio, così come Almansa (distr. Casale Bauer) che offre una nutrita lista di classiche, cutaway amplificate e 3 modelli di bandurria. Per Esteve (distr. Global Music) «la Germania è il principale cliente in Europa». Lo sostiene Carlos Blanco Fadol, responsabile allo stand ed etnomusicologo, fondatore ad Alicante di uno straordinario museo riconosciuto dall’Unesco, che raccoglie 1500 strumenti provenienti da 125 Paesi del mondo. Tra i fabbricanti di corde ecco Galli, De Salvo, D’Orazio e Dogal, che vende il 70 per cento della sua produzione fuori Italia, «dove ora – dicono all’azienda veneziana – c’è un momento di calma ad esempio per la chitarra elettrica». «In Inghilterra andiamo forte con le corde per violino e per archi in genere, in Grecia con quelle per bouzouki e in America principalmente per archi, chitarra classica, acustica, resofonica e hawaiana. In Giappone – conclude Dogal – entriamo ora con corde per mandolino particolari, che non fanno venire i calli». Ricco il settore accessori, dai lussuosi astucci Vgv di Castelfidardo alla più varia componentistica, come il “Master Piano” della Master Production di Castelfidardo: una barra-silenziatore da applicare sui martelletti che trasforma tramite una Cpu qualunque pianoforte tradizionale in uno strumento Midi. Soddisfatti di questa Musikmesse, alla Master dicono che «quest’anno si è mosso più interesse anche da parte di Paesi extra europei in passato meno reattivi alle nostre proposte». La tradizione fieristica di Francoforte, che data da oltre 750 anni, allungherà nel 2001 la sua ombra oltre i grattacieli svettanti e i quartieri ricostruiti dopo la guerra, fino a San Pietroburgo, per un’edizione dedicata al commercio russo, americano, della Cssi e dei Paesi Baltici. Box 1 Carta d’identità Titolo della manifestazione: Musikmesse/ProLight+Sound Luogo: Frankfurt (Germania) Data: 12-16 aprile 2000 Espositori: 2.146 Paesi rappresentati: 48 Principali Paesi espositori: Germania (976), Usa (232), Inghilterra (170), Italia (145), Francia (93), Spagna (66), Olanda (56), Corea (51), Svizzera 43), Taiwan (43) Visitatori: circa 100.000 Superficie espositiva: 134.000 mq Padiglioni: 7 Catalogo: 660 pagine Settori merceologici: strumenti musicali acustici ed elettronici, edizioni musicali, accessori, tecnica professionale d’illuminazione Indirizzo: Messe Frankfurt Gmbh, Ludwig-Erhard-Anlage, 1 - D-60327 Frankfurt am Main (germania), tel. +49-69-75750, fax +49-6975756433, sito web: www.messefrankfurt.com Delegazione italiana: via Mascagni, 20 - 20122 Milano, tel. 02-796622, fax 02-796522

 

 

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