Suonare News 0 1997
 

Computer music sulla laguna
di Cesare Venturi

Nella chiesa di Santo Stefano gli studenti del Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia provano il Cantus in memoriam Benjamin Britten e la Berliner Messe di Arvo Pärt, sotto la attenta e affettuosa guida di Maurizio Dini Ciacci. Sorprendente, per un saggio scolastico, se si pensa alla vetustà dei programmi di studio dei conservatori italiani. D’altronde se per il turista ha la immancabile colonna sonora dei concerti di Vivaldi, la città lagunare per l’estimatore dell’arte di oggi ha i suoni di Luigi Nono, di Bruno Maderna, della Biennale di musica contemporanea e della musica elettronica (che viene insegnata al “Marcello”, con una cattedra che fu di Sinopoli ed oggi, è di Alvise Vidolina). E il Conservatorio, situato Palazzo Pisani, in un tranquillo campo a due passi dal ponte dell’Accademia, vive di attenzioni per la contemporaneità, si potrebbe dire “nonostante la città”. C’è un nome in particolare che ha reso prestigioso questo istituto, quello di Gianfrancesco Malipiero. La scuola sorse nel 1873 come associazione di musicisti, e fu trasformata in Civico Liceo Musicale da Ermanno Wolf-Ferrari; nel ’40 divenne appunto Conservatorio a Palazzo Pisani, (un edificio del Demanio). Malipiero fu direttore per 14 anni dal 1940, anno in cui l’istituzione assunse il nome di “Benedetto Marcello”, quale emblema della cultura musicale veneziana. Malipiero diede particolare spazio alla composizione e alla ricerca musicologica (legata soprattutto a Monteverdi e Vivaldi). Ed è anche su questo solco che l’attuale direttore – da 4 anni a capo del “Marcello” – orienta la propria politica: Virginio Fagotto, profondo conoscitore della Venezia antica e della musica veneta tra ’500 e ’700, fu allievo di Malipiero per la composizione, nonché suo stretto collaboratore dal ’52 alla morte. Lo ricorda con affetto e grande ammirazione. «Il mio modo di concepire il Conservatorio è quello di una scuola aperta – spiega Fagotto. Per questo ritengo che gli scambi tra diversi conservatori siano utili anche ai fini dell’insegnamento ai ragazzi, attraverso il confronto tra diverse tendenze didattiche. I saggi che stiamo preparando sono suonati da allievi del “Benedetto Marcello” e da quelli del Conservatorio “Bonporti” di Trento in un inedito gemellaggio. E non è la prima esperienza che facciamo in termini di scambi: l’anno scorso gli allievi del nostro conservatorio hanno partecipato a un “saggio scambio” (è un termine che al Ministero non conoscono, nel senso che non sono previsti contributi) a Liegi. Un soggiorno di una settimana, con cinque lezioni e un concerto, diretto sempre da Maurizio Dini Ciacci, che è stato un successo. È questa la vera Europa delle frontiere aperte: i nostri allievi hanno portato all’estero le loro lezioni ed hanno conosciuto quelle di altri musicisti. Venezia “capitale dello spirito” è un sentimento molto forte ancora oggi. E perché non approfittarne?» L’attività didattica quotidiana non fa notizia, anche se è quella che fa la differenza tra una buona scuola e una cattiva. Dunque si parla inevitabilmente più di quei corsi che differenziano un conservatorio dall’altro. E il direttore ricorda, oltre al corso di musica elettronica, le “nuove scuole” di didattica della musica, dei corsi che mirano alla formazione di insegnanti attivi nelle scuole medie. Ed è a Venezia che 35 anni fa fu istituita la prima cattedra di prepolifonia, che approfondisce lo studio dal canto gregoriano alla nascita della polifonia: un millennio di esperienza musicale che ha fecondato l’intero Occidente. Naturalmente con il direttore si parla anche dei problemi del Conservatorio di Venezia: di necessari interventi strutturali al Palazzo, dei contributi in arrivo per la riapertura della sala da concerti, che ora si svolgono nel “portego” del palazzo, nel quale stazionano indifferentemente studenti e piccioni. «Venezia è un territorio difficile – spiega Fagotto –, prima di tutto il Veneto ha il maggior numero di conservatori d’Italia (sette). Molti allievi provengono dall’entroterra, il che comporta un impegno particolare per gli spostamenti e per il fatto che oggi lo studente di Conservatorio ha parallelamente una normale attività scolastica». C’è, infine, una scuola media annessa e il liceo musicale sperimentale agli sgoccioli: con grande malcontento di molti professori del “Marcello” (e sembra di capire anche del direttore, che comunque è diplomatico) l’anno scorso non ha ottenuto il rinnovo per pochi voti. Oggi il liceo è ad esaurimento ma è stata proposta una nuova programmazione, per la quale si attende l’autorizzazione del Ministero. BOX: Carta d’identità Conservatorio statale di musica “Benedetto Marcello” S. Marco, 2810 - Palazzo Pisani - 30124 Venezia tel. 041-5225604; fax 041-5239268 Direttore: M° Virginio Fagotto Direttore amministrativo: Dott.ssa Michela Sediari Allievi: 488; docenti: 92 Cattedre in organico: 58 principali e 30 complementari Materie “principali”: 4 accomp. pianoforte; 1 arpa; 4 canto lirico; 3 chitarra; 2 clarinetto; 1 clavicembalo; 2 composizione; 1 contrabbasso; 1 corno; 5 didattica della musica; 1 fagotto; 2 flauto; 1 flauto dolce; 1 liuto; 1 musica corale e direz. coro; 1 musica elettronica; 1 oboe; 2 organo e composizione organistica; 1 percussioni; 16 pianoforte principale; 1 prepolifonia; 1 tromba e trombone; 2 viola; 6 violino; 1 violoncello. (N.B. Il numero delle materie, principali e complementari, è di fatto più elevato del numero dei professori perché tre di essi insegnano due materie). BOX: CONSERVATORIO “BENEDETTO MARCELLO” DI VENEZIA Anno Scolastico 1996/97 - Organico professori ACCOMP. PIANOFORTE Cenedese Daniela Gibellato Stefano Guizzo Aldo Perini Antonella Armonia complem. Mosca Gianluca Peretti Marco ARPA Colonna Romano Daniela Arte scenica Sartori Agnese assieme archi Pirona Fabio assieme fiati Trevisan Sergio basso continuo Padoin Roberto Canto Hebert Pamela Mantese Cristina Silva Stella Tosetti Cosetta Chitarra Amato Angelo De Nardis Tommaso Clarinetto Addesso Donato Fugagnoli Ermanno Clavicembalo Guidi Maria Vittoria COMPOSIZIONE Gemmani Marco Pasquotti Corrado Priori Massimo Contrabbasso Fioravanti Ubaldo CORNO Venturi Marco DIDATTICA Buzzoni Patrizia Cadetto Fabio Canale Margherita D'Este Morena Ozbic Marco Pivato Arturo DIREZIONE DI CORO Gemmani Marco Esercitaz. corali De Biasi Camillo Gemmani Marco Esercitaz. orchestrali Dini Ciacci Maurizio Fagotto Bressan Andrea Flauto Curri Angelo Moretti Angelo Flauto dolce Verardo Pietro Letteratura poetica e drammatica Bianchi Maria Luisa Lettura partitura Berengo Luciano Del Vecchio Giovanni LIUTO Verardo Pietro Musica da camera Amadio Andrea Bellini Luciano Franchini Cecilia Zanchetta Stefano MUSICA ELETTRONICA Vidolin Alvise Oboe Battocchio Luciano Organo Bolzonello Elsa Micconi Roberto Organo compl. e canto gregoriano Padoin Roberto Percussioni Dellisanti Annunziata Pianoforte Agazzi Giorgio Argentieri Angelo Barutti Anna Battel Giovanni Umberto Borri Bianca Maria Bortolin Tiziana Brunello Gino Colonna Romano Anna Lovato Giorgio Mabilia Ezio Pasqualy Marina Rizzardo Wally Taronna Olga Urbanis Silvia Vianello Giorgio Zamparo Maria Luisa pianoforte compl. Andreatta Francesco Lucchiari Silvana Poli Tiziano Urdido Michela PREPOLIFONIA Pellizzari Wally Storia della musica Pancino Paolo Tieri Guglielmina Villatico Alfredo Teoria e solfeggio Biasiolo Maria Antonietta Casciello Giovanni Checchini Gianni Fuga Francesca Rossi Lino Ussardi Vittore Zanovello Enrico Tromba e trombone Buonomo Giuseppe Viola Albano Marco Bignami Giorgia Petrella Giovanni Violino Barutti Bruna Bilikova Viera Bonzagni Giulio Ceccaroli Paolo De Rossi Paolo Marchi Gabriella Zanchetta Stefano Violoncello Crespan Paolo BOX: Maestri al computer Il corso di musica elettronica del Conservatorio di Venezia è stato uno dei primi dedicati alla computer music in Italia. Nel 1972 nasceva come corso sperimentale ed era diretto da Giuseppe Sinopoli; dal 1975, quando lasciò l’attività didattica, passò ad Alvise Vidolin, che ha ancora oggi la cattedra. Quattro anni fa è diventata ‘scuola’ del conservatorio. L’attività di Vidolin si svolge principalmente nel campo della ricerca musicale, grazie anche alla collaborazione con l’avanguardistico Centro di sonologia computazionale di Padova. Al corso si accede con il diploma di composizione o la licenza del corso medio di composizione. Dura quattro anni, con frequenza obbligatoria. L’ammissione avviene con un colloquio la cui valutazione è espressa da una commissione composta dal docente di musica elettronica, di composizione e dal direttore del Conservatorio. Come è concepito oggi, trasforma gli allievi in compositori di computer music, anche se poi l’applicazione delle conoscenze tecnologiche porta i diplomati ad occuparsi spesso di settori professionali più tecnici che artistici, nel campo televisivo, in quello multimediale, nell’editing musicale, nel montaggio, eccetera. «Spesso, grazie alla facilità del rapporto con la tecnologia i miei diplomati si inventano strade nuove – spiega Vidolin – come, per esempio, nel settore Cd-Rom». Eppure molti sono i musicisti diplomati al corso di Vidolin che hanno scelto la strada della composizione “pura” e si sono affermati a livello internazionale come Marco Stroppa, Roberto Doati e Andrea Molino, le cui opere sono presentate in tutto il mondo.

 

 

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