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La scoperta del Concerto di Adame
di Angelo Gilardino

La storia della chitarra sta trasformandosi da una serie di “si dice che...” a un documentato quadro di eventi e di relazioni. Forse imitando la storia delle scoperte scientifiche e delle esplorazioni, anche quella della chitarra ama riconoscere chi è stato il primo a compiere una determinata impresa. Così, si era sempre detto che il primo concerto per chitarra e orchestra del Novecento era stato scritto da Mario Castelnuovo-Tedesco (1939), seguito a breve distanza da Joaquín Rodrigo e poi da Manuel M. Ponce. Non si sa bene a che cosa mirasse tale classifica. Comunque, ora sopravviene una scoperta che cambia tutto. Castelnuovo-Tedesco non era il vero primo, perché il 19 luglio 1930 il compositore-chitarrista messicano Rafael Adame, nell’anfiteatro della “Escuela Nacional Preparatoria” aveva dato la prima esecuzione del proprio Concierto para guitarra y orquesta, suonandolo peraltro con un pianista. Giustamente, il musicologo che fornisce notizia e documentazione fa notare che Castelnuovo-Tedesco perde il suo primato. Come autore di un libro sulla storia della chitarra in cui questo autore è ignorato, dovrei vergognarmi. Ma la lettura del piacevole e documentato saggio di Alejandro Madrid, intitolato Rafael Adame y el primer concierto para guitarra y orquesta del siglo XX (saggio incluso nella rivista Guitar and Lute Issues, G.A.L.I., pubblicata su Internet nel sito del musicologo e chitarrista statunitense Matanya Ophee: www.orphee.com), assolve la mia ignoranza: Adame e la sua opera erano dimenticati anche in Messico, ed è stata l’iniziativa congiunta di Manuel Rubio, chitarrista messicano, direttore artistico del festival di Cuernavaca, che ha eseguito il concerto nel novembre 1997, di Alejandro Madrid, autore della ricerca del saggio e di Matanya Ophee, prossimo editore della musica, a riproporlo. Rafael Adame (1906-1963?) fu un musicista così poco famoso in patria da indurre il suo biografo, oggi, a scriverne l’anno di morte in forma dubitativa. Pare che il carattere fosse introverso oltre ogni misura. Appartiene a quella categoria un po’ speciale di chitarristi che hanno studiato anche il violoncello: da Carulli e Giuliani a Tilman Hoppstock (nella lista, è compreso anche l’autore di queste righe: siamo una specie pregiata, non c’è dubbio). La sua carriera si svolse sotto il segno protettivo del compositore e direttore d’orchestra Julián Carillo. Carillo fu il solitario esponente di un’avanguardia musicale che, già nei primi anni Venti, nel quadro culturalmente depresso dell’America Latina, propugnava l’uso di un sistema musicale microtonale, adoperando strumenti a quarti di tono (tra cui la chitarra), ma anche a ottavi e sedicesimi di tono. Adame era il chitarrista che Carillo volle con sé nella formazione strumentale chiamata Grupo 13, che, come rivela Alejandro Madrid, il 15 febbraio 1925 presentò il primo concerto di musica basata su sedicesimi di tono nel Teatro Principale di Città del Messico. In quel concerto Rafael Adame eseguì due suoi brani per chitarra a quarti di tono, un Preludio e un Capriccio, e prese parte come chitarrista all’esecuzione di una delle opere più importanti di Carillo: il Preludio a Colón. Sempre Madrid precisa che Adame fu il primo chitarrista a comporre e a eseguire musiche per chitarra a quarti di tono, adoperando uno strumento costruito per lui dal liutaio Baudelio Garcia. Il concerto per chitarra e orchestra fu però scritto per uno strumento a intonazione normale, anche se a sette corde. Sembra che la corrente musicale cui Adame apparteneva e che faceva capo a Carillo, sia stata sopraffatta da quella capitanata da Carlos Chavez che, a detta di molti, non era propriamente tenero con gli avversari. L’affermazione del nazionalismo integrale di Chavez, che propugnava un radicamento nella musica precolombiana, e la sconfitta della linea di Carillo, che professava insieme lo sperimentalismo e l’accoglimento della tradizione “mariachi” – ossia, una musica popolare meticcia, ispano-messicana – determinarono l’eclisse di una produzione musicale che invece probabilmente merita di essere conosciuta e studiata. Il concerto per chitarra di Rafael Adame sarebbe – secondo Alejandro Madrid – un significativo esempio di questa ricerca. Dopo la morte di Carillo, Adame si sarebbe lasciato andare a una routine professionale come violoncellista e la sua presenza nella vita musicale si sarebbe affievolita al punto che non si conosce esattamente l’anno di morte. Scomparsi anche i partigiani dell’altra fazione, e dimenticata la guerra, oggi si fanno i conti: non sarebbe meglio farli quando tutti i contendenti sono ancora in vita e in condizione di riscuotere la loro parte di riconoscimenti e i loro diritti d’autore? Non manca, nel saggio di Madrid, l’annotazione relativa al rifiuto di Segovia nei riguardi del concerto di Adame. Adame era amico di Ponce, il quale era amico di Segovia. Sarà stato Ponce a presentare a Segovia il pezzo di Adame? Ne dubito, ma non perché supponga che Ponce volesse occultare Adame. Credo, invece, che stesse evitando in tutti i modi di rinfocolare le richieste segoviane di un concerto per chitarra e orchestra, ma suo, di Ponce, non di altri. E di quelle richieste, Ponce aveva una paura matta. Una paura che avrebbe vinto solo dieci anni dopo, scrivendo il Concierto del Sur.

 

 

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