Suonare News 0 1998
 

Fare musica
di Laura Paduano

Questo mese dedichiamo le pagine sui conservatori al "Lucio Campiani" di Mantova: un istituto dinamico e attivo, che ha intrapreso in modo deciso il processo di adattamento alle nuove esigenze della preparazione artistica, con un insegnamento capace di coniugare conoscenze e abilità professionali all’educazione culturale. E che proprio quest'anno festeggia venticinque anni di attività. Risale infatti al 1972 l'istituzione della Scuola statale di musica, all'inizio nata come distaccamento del Conservatorio "Boito" di Parma, poi dal 1980 sede autonoma. Se la costituzione della scuola musicale è, nella forma attuale, relativamente recente, curiosando nella storia della formazione didattica e musicale di Mantova troviamo radici e tradizioni ben più antiche. Senza voler risalire a quell'Accademia degli Invaghiti cui si deve la prima rappresentazione dell'Orfeo di Claudio Monteverdi (1607), la memoria storica può focalizzarsi sul 1777, anno in cui un Regio dispaccio di Maria Teresa D'Austria stabilì l'istituzione a Mantova della prima Scuola popolare di musica, gestita da un direttorio della locale Colonia filarmonica, diramazione della Reale accademia di scienze, lettere ed arti tuttora esistente sotto il nome di Accademia Nazionale Virgiliana. La Scuola vocale e strumentale fu affidata a Mattia Milani, che ne mantenne la direzione fino al 1809, anno della sua morte. La sede era già quella attuale, cioè il Palazzo dell'Accademia, restaurato dal Piermarini con l'annesso teatrino scientifico nato dal genio di Antonio Bibiena. Ma è il 1864 l’anno centrale per lo sviluppo in senso moderno dell'Istituto. Proprio allora, infatti, la Congregazione municipale decise di istituire una nuova scuola musicale articolata in tre sezioni: "Canto, Istrumenti ad arco ed Istrumenti a fiato". Tra i nomi dei professori nominati quell'anno troviamo anche quello di Lucio Campiani (Mantova 1822-1917). Ce ne parla l'attuale direttore del Conservatorio, eletto nel 1997 dal collegio dei docenti, Giordano Fermi – 51 anni, diplomato in tromba oltre che in musica corale e direzione di coro – che sta coordinando la realizzazione di un Annuario speciale dedicato proprio al maestro mantovano. «Abbiamo deciso di commemorare questo quarto di secolo del nostro istituto attraverso il nome del suo intestatario, di questo maestro di canto che studiò composizione a Bologna con Rossini e che fu personalità di spicco della vita musicale mantovana per cinquant'anni. Gli dedicheremo sia un'edizione storico-biografica, sia la pubblicazione del catalogo generale della sua vasta produzione. Lavori che stiamo preparando grazie alla generosa disponibilità di alcuni docenti ed ex allievi. Contiamo di presentare il tutto a novembre, in occasione del concerto di Santa Cecilia che quest'anno prevede pagine cameristiche anche dello stesso Campiani, eseguite da alcuni nostri docenti». Ma il Conservatorio, pur mantenendo vive le sue tradizioni, si proietta decisamente verso il futuro, inteso sia come attenzione per le nuove generazioni sia come capacità di creare sbocchi professionali per i neo-diplomati. «In Italia la cultura musicale è assai carente – sottolinea Fermi – anche se i programmi ministeriali per le scuole dell'obbligo prevedono l'insegnamento della musica, questo non è portato avanti con la dovuta determinazione e troppo spesso non è affidato a specialisti del settore. È per questo motivo che già da vari anni il nostro istituto, in collaborazione con gli Enti locali, è attivo sul territorio sia con corsi di propedeutica corale e strumentale – rivolti ai bambini del secondo ciclo elementare – sia con programmi d'incontro con le scuole, che chiamiamo “Musica Scuola”. Questi ultimi sono brevi itinerari che cominciano con alcune lezioni su argomenti vari svolte in Conservatorio dai nostri docenti e che si concludono con l'ascolto di un concerto-lezione al Teatro Scientifico. Inoltre, in collaborazione con il Provveditorato agli Studi di Mantova, abbiamo realizzato un corso di alfabetizzazione e didattica applicata per i docenti delle scuole elementari». Non è tutto: a proposito delle tanto attese “nuove professionalità” il “Campiani” dall'anno prossimo sarà all'avanguardia con due corsi, organizzati in collaborazione con la Regione Lombardia e rivolti ai neo-diplomati; il primo per “Educatore musicale, 0-10 anni”, il secondo per “Animatore specialista nelle tecniche e attività espressive” (musica, teatro e arti figurative). «Questi due percorsi didattici – spiega Fermi – vogliono offrire ai diplomati dei conservatori una concreta possibilità di utilizzo del loro titolo in settori ove queste qualificazioni professionali potranno trovare la massima valorizzazione: vale a dire nelle scuole per l'infanzia, nelle strutture socio-sanitarie, nei contesti riabilitativi e di sostegno, fornendo così persone capaci di realizzare e portare a temine progetti in modo autonomo e dinamico. Tutto ciò comporterebbe anche un beneficio per i conservatori stessi, che si metterebbero nelle condizioni di perseguire le loro specifiche finalità, cioè quelle di creare professionisti della musica». Le attività del “Campiani” non sono esclusivamente dirette verso l'esterno: esistono numerose iniziative di collaborazione fra classi differenti che hanno lo scopo di offrire maggiori possibilità di confronto, di far musica assieme e moltiplicare le occasioni di incontro con il pubblico. Da un paio d'anni si sono create realtà come la Banda accademica, il Coro accademico e l'Orchestra d'archi: iniziative che si sviluppano a margine dell'attività didattica come gruppi autonomamente gestiti nei quali suonano, a fianco a fianco, allievi, ex allievi ed insegnanti. A integrare questo cammino di accrescimento intellettuale e culturale dei ragazzi ecco anche un fiorire di corsi trasversali, come i Laboratori di teatro, di letteratura e di composizione. «Prove del felice sviluppo di queste iniziative – continua il direttore – sono state sia il recente incontro-studio con le classi di composizione del Conservatorio di Milano e del Liceo musicale pareggiato di Carpi, sia la pubblicazione del libro Fare la Musica (vedi box, n.d.r.) che raccoglie racconti autobiografici dei nostri allievi sul tema del rapporto con l'arte». A Mantova non si trascura neppure il legame con la collettività, ottenuto attraverso la programmazione di conferenze aperte al pubblico, nonché di concerti offerti dai docenti nel cartellone delle Accademie Primaverili ed Autunnali. «Un rapporto, quello con la città, che stiamo cercando di potenziare – continua Fermi – anche attraverso l'istituzione, a breve termine, di un'Associazione di amici del conservatorio, capace di sostenere e incentivare le nostre attività mediante una propria autonomia finanziaria, in collaborazione anche con i privati». Per finire chiediamo se ci sia qualche “sogno nel cassetto” per questo conservatorio: «Effettivamente c'è – conclude il direttore – ed è la realizzazione di una nuova sede. A tutt'oggi siamo dislocati in tre diversi edifici: uno più bello dell'altro, è vero, ma la scuola così è difficile da gestire. Siamo in trattative con la Provincia affinché acquisti dal demanio il complesso architettonico di via Conciliazione per poi restaurarlo, creando anche al suo interno un auditorium: sarebbe una preziosa acquisizione per tutta la città, oltre che per il nostro istituto». Box1 Carta d’identità Conservatorio statale di musica “Lucio Campiani” Piazza Dante, 1 - 46100 Mantova tel. 0376 - 324636; fax 0376 - 223202 Direttore: M° Giordano Fermi Direttore amministrativo: Dott. Stefano Zamboni Allievi: 320; docenti: 63 Cattedre in organico: 36 principali e 24 complementari Materie “principali”: 3 canto; 1 chitarra; 2 clarinetto; 1 clavicembalo, 1 composizione; 1 contrabbasso; 1 corno; 1 fagotto; 3 flauto traverso; 1 musica da camera; 1 oboe; 1 percussioni; 9 pianoforte; 1 sassofono; 1 tromba e trombone; 1 viola; 5 violino; 1 violoncello Box2 Conservatorio “Lucio Campiani” di Mantova Anno Accademico 1997/98 - Organico professori Accomp. pianoforte Arrivo Giuseppe Giavazzi Stefano Gola Patrizia armonia complem. Girardello Giuseppe arte scenica Licari Vittoria assieme archi Bertazzi Luca assieme fiati Marabini Matteo Canto Gatti Dino Poli Pier Francesco* Sokolinska Maria Chitarra Garganese Paolo Clarinetto Bertolini Giovanni Moretti Luigi Clavicembalo Vartolo Sergio Composizione Perezzani Paolo Contrabbasso Ragghianti Gabriele* Corno Lavagnini Giorgio Esercitaz. corali Macelloni Fabio Esercitaz. orchestrali Martini Francesco Maria Fagotto Dabbene Corrado Flauto traverso Bacelle Fabio Carrettin Maurizio Cianchetti Annunziata Letteratura poetica e drammatica Melli Isa Lettura partitura Ripamonti Luigi Musica da camera Ghidoni Paolo Oboe Grazzi Paolo Organo Gaddi Alfonso Organo complem. e canto gregoriano Barbolini Giorgio percussioni Grassi Danilo Pianoforte Anselmi Margherita Bambace Roberta Bertetti Camillo Bertetti Umberto Cattaneo Laura De Innocentiis Corrado Lusvardi Lucia Maffizzoni Sergio Rumi Silvia pianoforte complem. Andreotti Maria Lucia Cazzato Antonella Greco Corrado Salardi Claudio sassofono Falaschi Marco Storia della musica Geraci Antonino Girardi Michele Teoria e solfeggio Guicciardi Gianni Lamberti Silvio Leasi Renzo Prandi Aldo Rossi Damiano Scaioli Antonio* tromba E trombone Boschesi Cristiano Viola Colombini Grazia Violino Fabiano Carlo Fabiano Fabiana Fermi Giordana Riccò Tullio Sarcuni Giuseppe Violoncello Zante Marco bibliotecario Sala Maria Clotilde Box3 I racconti degli allievi I musicisti raramente scrivono. Preferiscono suonare. Ma sanno cose che molti non sanno. Basta leggere il nuovo libro che il Conservatorio “Lucio Campiani” di Mantova adesso presenta: Fare la musica, dodici racconti autobiografici raccolti dall'89 al '97 da Isa Melli, insegnante di Letteratura poetica e drammatica. Un libro insolito perché nasce in un ambiente dove non si hanno in apparenza consolidate abitudini narrative, dove sembra esserci poca tradizione teorica perché s'impara e s’insegna guardando e facendo. Edito da Zona Libri (Mantova, tel. 0376-322485, 25 mila lire), il libro narra in forma letteraria dodici modi diversi di fare la musica attraverso i racconti di Elide Bergamaschi, Samantha Chieffallo, Alessandro Franciosi, Eugjen Gargjola, Paolo Gattolin, Gabriella Giovine, Kim Ci Gon, Barbara Lui, Boris Magoni, Isabella Placchi, Stefania Spaggiari, Monica Volta, tutti allievi o ex allievi del Conservatorio di Mantova di età compresa tra i quindici e i trent'anni. «Il libro non è stato commissionato» dice Isa Melli, «noi non sapevamo di farlo, ma ce lo siamo trovato tra le mani dopo quasi dieci anni di attenzione per la scrittura dei nostri allievi. A quel punto abbiamo cercato di pubblicarlo». I diritti d'autore andranno a finanziare altre iniziative didattiche del Conservatorio di Mantova.

 

 

Copyright © Michelangeli Editore - Tutti i diritti riservati.