Mirabile strumento
di Ennio Cominetti
Catania, “città fondata sulla lava”, come riporta un elegante opuscoletto edito dalla locale Azienda Provinciale del Turismo, è luogo dal passato musicale di gran lusso: diede i natali al grande Vincenzo Bellini ma anche a non pochi "minori" come il Pacini e il Platania, che fu Maestro di Cappella nel Duomo di Milano, oltre che direttore del Conservatorio di Palermo.
Nel campo organario la città etnea è nota per i numerosi strumenti conservati nelle chiese e che oggi, grazie a un meritorio quanto scrupoloso lavoro di restauro, stanno ritornando agli antichi splendori. Va tuttavia detto che ciò che è stato fatto è ancora poco, perché dobbiamo constatare che sino ad oggi nessuno ha saputo rimettere in funzione uno dei più grandi capolavori dell'arte organaria italiana, smontato alcuni anni orsono e in attesa di ricostruzione: l'organo che Donato del Piano costruì per la Chiesa di S. Nicolò all'Arena, nel Monastero dei padri Benedettini.
Proprio per evitare – come è successo a chi scrive – la delusione di lasciare la città con il triste ricordo di quell'autentico scheletro d'organo rimasto sopra l'altare della chiesa a gridare vendetta, sarebbe utile iniziare il "tour organario" partendo proprio da questo strumento. O meglio, dalla sua carcassa, poiché oggi purtroppo non è rimasto molto da vedere di quello che la notte di Natale del 1764 levò a Dio la sua voce possente e multiforme ed è considerato “il più grande organo d'Italia”.
Dotato di cinque tastiere disposte su tre consolle, oltre a una serie di registri assolutamente particolari che ne fecero un "unicum", descritto dal Goethe nel suo Viaggio in Italia come «il mirabile strumento» che riempiva tutta la chiesa «fino agli angoli più remoti, facendovi ora spirare i singhiozzi più lievi, ora echeggiare i tuoni più possenti»: oggi non ne resta che la cassa e un certo numero di canne che con gli anni va continuamente assottigliandosi a causa di "visite" non sempre oneste. Come viene riportato sul volume che descrive lo strumento, pubblicato dal Soroptimist di Catania, «l'organo visse anni ed anni di splendore; poi il declino, il disinteresse, l'incuria, l'ultima terribile guerra, il saccheggio, l'ignoranza...» Neppure un collegio di "saggi" formato dagli organisti più in vista della nostra generazione – che per altro scelse un organaro perché si iniziassero i lavori di recupero – ha a tutt'oggi portato frutto. Speriamo quindi in un futuro prossimo più "illuminato"!
L'ottimismo nasce tuttavia visitando altre chiese della città etnea i cui parroci, con gentilezza, si mettono a disposizione del visitatore mostrando con orgoglio ed entusiasmo i loro gioielli. È il caso della Chiesa Collegiata, dove esiste un organo – che nel 1819 veniva suonato da Rosario Bellini, il padre di Vincenzo – costruito da don Mariano Cinquemani, allievo di Del Piano, con aggiunte posteriori per mano dei Serassi. Oppure della Chiesa di S. Francesco all'Immacolata, oggi elettrificato, e sul quale si esercitava il giovanissimo Vincenzo Bellini; così come nella Cattedrale, dove si può ammirare la maestosa cassa del "Jacquot-Jempierre", risalente al 1871, uno dei primi esempi dell'arte organaria straniera discesa in Italia sul finire del secolo scorso, strumento che oggi necessita di urgente restauro.
Anche nella Chiesa di San Biagio o in quella – minuscola – di S. Vito, è possibile ammirare due strumenti di scuola siciliana del XVII secolo oggi ben funzionanti. Per la verità il primo è una ricostruzione fedele (con aggiunta di consolle elettrificata posta nella navata della chiesa) effettuata da Ruffatti di Padova partendo dalle misure dei fori del crivello originale e dalle canne di facciata e del pedale, uniche rimaste dopo un imperdonabile saccheggio. Il secondo è stato invece mirabilmente recuperato dall'organaro siciliano Franco Olivieri, di Acicatena (CT), nel 1996. In degna conclusione è d'obbligo soffermarsi a suonare il monumentale organo Serassi op. 647, risalente al 1858 presente nella Chiesa di S. Michele Arcangelo detta "dei Minoriti". Un ottimo restauro, effettuato nel 1997 da Italo Marzi, ha riportato alla luce un autentico "campione" dell'arte organaria italiana del XIX secolo.
Box
SCHEDA TECNICA
Organo della Chiesa di San Vito Martire (confraternita
di S. Vito), Catania
ANNO DI COSTRUZIONE
Principio XVIII sec.
autore
Anonimo
restauro
1996
ESTENSIONE
Tastiera di 45 tasti (Do1-Do5) con prima ottava corta; pedaliera di 9 pedali (Do-Si) con prima ottava corta
REGISTRI
Principale 8’
Ottava
Decimaquinta
Decimanona
Vigesimaseconda
Ripieno
Flauto 4’
Contrabbasso (costantemente unito
alla tastiera)
SCHEDE TECNICHE
Organo della Chiesa di San Michele Arcangelo ai Minoriti
Catania
ANNO DI COSTRUZIONE n. d’opera
1858 647
autore
Fabbrica nazionale privilegiata d’organi dei Fratelli Serassi Bergamo
restauro
1997
ESTENSIONE
Due tastiere di 61 tasti, pedaliera a leggio di 17 tasti
REGISTRI
Grand’Organo (seconda tastiera)
Campanelli Principale 16’ B
Corni da caccia Principale 16’ S
Cornetto primo Principale 8’ B
Cornetto secondo Principale 8’ S
Fagotto bassi Principale 2° B
Tromba soprani Principale 2° S
Clarone bassi Ottava B
Tromba 16’ S Ottava S
Violoncello B Ottava seconda
Corno inglese Duodecima
Violone B Quinta decima
Flauto traverso Ripieno 2 file
Viola bassi Ripieno 2 file
Flauto in ottava Ripieno 2 file
Violetta bassi Ripieno 2 file
Ottavino bassi Contrab. ed ottave
Ottavino soprani Bassi armonici
Voce umana Ripieno al pedale
Trombone Timpani
Organo espressivo (prima tastiera)
Principale bassi
Principale soprani
Ottava bassi
Ottava soprani
Quinta decima
Decima nona
Vigesima seconda
Vigesima sesta e nona
Cornetto soprani
Flauto camino
Flauto in VIII
Voce flebile
Violetta soprani
Viola bassi
Arpone bassi
Violoncello soprani
Clarone bassi
Oboe soprani
Pedaletti per:
Tasto al pedale
Ottavino soprani
Corno inglese
fagotto bassi
Ripieno Espressivo
Ance unite
Espressione
Gran cassa e banda turca
Organo della Chiesa
di San Biagio
in S. Agata alla fornace
Catania
ANNO DI COSTRUZIONE
Prima metà del XVIII sec.
autore
Anonimo
restauro
1978
ESTENSIONE
Tastiera di 49 tasti con prima ottava corta, pedaliera di dieci pedali (Do1-Do2) con prima ottava corta
REGISTRI
Principale I
Principale II
Ottava
Decimaquinta
Decimanona
Vigesimaseconda
Vigesimasesta
Ripieno 2 file
Flauto 4’
Ottavino
Voce umana
Basso 8
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