Suonare News 0 1996
 

Parigi mi ha portato fortuna
di Francesco Rampichini

Asette anni i primi approcci con la chitarra, a tredici il debutto concertistico, poi le lezioni con la Anido, Zárate e Carlevaro. Nel 1975 la vittoria al Concorso Radio France di Parigi, nel 1978 il primo récital newyorkese segnato dall’entusiastica recensione del New Kork Times. Da allora una brillante carriera concertistica, incisioni discografiche e l’interesse da parte di compositori come Piazzolla, Constant, Kleynians, Maldonado. Timido, educatissimo, di una semplicità disarmante, in Roberto Aussel colpisce subito il netto contrasto tra la personalità mite dell’uomo e la grinta del musicista in scena, uno smalto ritrovato nei concerti dello scorso 3 febbraio – due repliche nella stessa serata – a Villa Casati di Cologno Monzese, in provincia di Milano, nell’ambito della X stagione “Liuto, Chitarra e altri strumenti”. In programma la Sonata Dresden n. 5 di Weiss, il Grand Solo op. 14 di Sor e quattro brani di Piazzolla. E poi i consueti bis con musiche di compositori della sua terra. Aussel vive a Parigi da quando, a metà degli anni Settanta, fu invitato per due due concerti per Radio France. «Si tenevano in date differenti», racconta, «uno a ottobre e l’altro ad aprile dell’anno seguente. Così decisi di fermarmi e provare a vivere un po’ in Europa. Parigi mi è piaciuta subito», continua, «cominciai a lavorare tenendo lezioni, masterclass e concerti. Da allora non mi sono più mosso». Quali sono le tue attività oltre a quella concertistica? Attualmente insegno fuori dalla Francia. Dall’anno scorso sono alla “Hocschule” di Colonia, in Germania, dove per il momento ho nove allievi. Fare avanti e indietro da Parigi è faticoso, ma a volta mi capita di fermarmi per dei concerti. Quanti récital tieni in un anno? Una quarantina, per la maggior parte in Europa, ultimamente anche negli Stati Uniti. Adesso, per esempio, sto partendo per una tournée di due settimane: sarò a New York, Washington, Dallas e poi in Canada, a Montreal. Com’è la vita di un chitarrista a Parigi: professionalmente, intendo? Ci sono soprattuto tanti chitarristi e molte scuole differenti. Sfortunatamente non c’è contatto tra di loro. Circa le opportunità concertistiche devo dire che non è facile trovare buone occasioni, è un periodo di crisi. Hai un agente? Sì, per forza, da solo sarebbe impossibile. Parigi in particolare è una città caotica. Come riesci a conciliare la famiglia con una vita sempre in viaggio? Sono sposato e ho due figli: uno di 4 anni e l’altro di un mese. Anche mia moglie è chitarrista (Bénédicte Fretauel, n.d.r.) e sapevamo fin dall’inizio che la nostra vita sarebbe stata così. Vi siete conosciuti in Francia? Sì, durante uno stage (ride) Tra i compositori che hanno scritto per te c’è anche il tuo grande connazionale Astor Piazzolla che non manchi mai di inserire nei programmi da concerto. Che ricordo hai di lui? Piazzolla era un uomo che aveva muchas fazetas (molte facce, n.d.r.). Era una persona veramente concentrata sul suo lavoro, voleva che tutto fosse perfetto ed era rigorosissimo. Credo che per lui la vita e la musica fossero una sola cosa. Ricordo ancora una volta quando lo vidi comporre uno dei movimenti della suite Histoire du Tango per flauto e chitarra. La buttò giù di getto, come se stesse scrivendo una lettera! Diceva sempre: «Non ho bisogno di fare esercizi prima di comporre, quando mi metto a scrivere è già tutto nella mia testa». Sapeva in anticipo ciò che voleva fare. Poi nella vita di tutti i giorni era un uomo molto divertente, raccontava storie, amava ridere. Era un personaggio fantastico. Negli ultimi anni hai incontrato altri compositori interessanti? Devo dire che in questo momento amo molto il lavoro di Henry Dutilleux, un compositore francese. Sfortunatamente non sono ancora riuscito a conoscerlo di persona ma mi piacerebbe che scrivesse qualche cosa per me. Questa sera hai suonato anche musica antica. Qual è il repertorio più vicino alla tua sensibilità? Certamente nella musica sudamericana mi sento molto a mio agio, sono più libero. È uno stile su cui non ho bisogno di riflettere troppo. Ma amo anche Weiss, Bach e Scarlatti. Parlano soltanto un’altra lingua. Mi affascina il rigore della loro struttura. Con quali chitarristi ti piacerebbe suonare? Ammiro molto David Russell e Manuel Barrueco, ma non ho mai pensato di suonare con loro. Chissà, magari un giorno... In quale paese torni più volentieri? In tutti i paesi latini. Per questo sono sempre felice di suonare in Italia, trovo che il vostro popolo sia molto spontaneo. In Argentina vivevo in un quartiere dove tutti i miei amici erano figli di italiani e venendo nel vostro Paese ritrovo una parte della mia infanzia. Che situazione c’è oggi in Argentina? Non c’è nessuna possibilità di guadagnarsi da vivere con la musica. L’Argentina ha avuto dei problemi gravissimi e ora non si sa dove stia andando. Attraversa una crisi d’identità nazionale. Ogni volta che ritorno, trovo il Paese un po’ più “internazionalizzato”. E ne sei dispiaciuto... Mah, quando si perde la caratteristica culturale di un paese ci si sente smarriti, come privati di qualcosa. Ho lasciato il mio Paese da quasi vent’anni e nella mia testa ho ancora l’Argentina di allora. Mi riferisco sopratutto all’economia. Ormai tutto è in mano a compagnie private americane o comunque straniere. Lo Stato non ha più nemmeno la società telefonica o dell’elettricità. L’unico vantaggio è che adesso i servizi funzionano, prima era un disastro. Ma la gente si chiede se vive ancora in un paese che gli appartiene. BOX: Roberto Aussel/discografia essenziale CIRCÈ 87101 LD Barrios: Julia Florida, Mazurka Apasionata, n. 4, op. 8; Brouwer: Danza caracteristica, Elogio de la danza, Tres apuntes; Campana: Nexus ‘83; Lauro: El Marabino, El Totumo de Guarenas; Piazzolla: Cinco piezas; Zarate: Danza CIRCÈ 87103 LD Campana: Feed-back; Piazzolla: Hisytoire du Tango; Shankar: L’aube enchantée; Takemitsu: Toward the Sea CONTREPOINT CV 24008 Bach: Lute Suite BWV 1006a; Ponce: Suite antigua after Weiss CYBELIA CY 655 Bondon: Concerto con Fuoco, Concerto de Mars GHA 126.007 * Kleynjans: A l’aube du dernier jour; Ponce: Sonatina meridional; Tansman: Cavatina; Rodrigo: En los trigales, Fandango; Gina-stera: Sonata op. 47 GHA 126.024 * Buxteude: Suite in Mi mineur; Scarlatti: Sonate K 11, 533, 32, 39, 14; Weiss: Suite «L’infidèle» MANDALA 4802 CM 201 Obrovska: Quatre images du japon, Hommage à Bela Bartók; Constant: D’une élégie slave; Brouwer: Variations sur Reinhardt; Berkeley: Sonatine op. 51; Dyens: Saudade n. 3

 

 

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