Suonare News 0 2002 Organi preziosi
 

Abruzzese sì, ma “positivo”
di Ennio Cominetti

L'organo in questione è il "positivo" conservato nella chiesa di Santa Maria Maggiore in Vasto, provincia di Chieti, un tempio risalente all'XI secolo, rifatto nel Settecento, contenente dipinti della scuola del Tiziano e del Veronese. Lo strumento è racchiuso in una originale cassa di risonanza, finemente ornata da motivi floreali dipinti e decorata da pregiati intagli, chiusa da due portelle, che ripropongono gli stessi motivi ornamentali della cassa. Le canne del prospetto, divise in due scomparti con due cuspidi identiche fra loro (11+11), sono tutte di stagno, hanno piede basso e labbro superiore a mitria con bocche non allineate. Quelle interne – tutte assolutamente originali ed integre – hanno le bocche poste sotto il crivello. Due mantici di tipo a cuneo, azionati da leve (l'odierna alimentazione è affidata a un elettroventilatore) sono racchiusi nella cassa di sostegno dello strumento. Il somiere, in noce, è di tipo a tiro, con 45 ventilabri, tanti quanti sono i tasti dell'unica tastiera – originale – in legno di bosso e con frontalini scolpiti a semicerchi concentrici. I registri vengono azionati da tiranti con pomelli in ottone tornito posti in due file e comprendono, oltre al Ripieno (dal Principale di 8 piedi alla Vigesimanona), la Voce Umana (dal Do2) e l'Uccelliera. È quest'ultimo registro a suscitare il maggiore interesse per la particolarità della sua fattura. Contrariamente ad altri organi in cui l'effetto del trillo degli uccelli è prodotto da una terna di canne sonanti contemporaneamente, ma indipendentemente dai tasti che si stanno mettendo in funzione, in questo strumento l'Uccelliera risulta un po' diversa. Qui, infatti, ogni Uccelliera prende aria da una serie di canali relativi a più tasti in modo tale da avere un registro intero azionabile suonando uno qualsiasi dei tasti della tastiera. Da rilevare che lo stesso sistema si ritrova nell'organo di autore anonimo presente nella chiesa dell'Annunziata di Chieti. Fra il prospetto e la tastiera è posta l'iscrizione incisa nel legno col nome del costruttore e l'anno di realizzazione: Domenico Mangino F. Anno D.° 1719. Al momento non abbiamo alcuna nota biografica di questo ottimo organaro. Conservatosi integro, ad eccezione dell'Uccelliera – asportata in epoca remota – lo strumento è stato restaurato dalla ditta Fratelli Ruffatti di Padova nel 1975. A detta degli esperti della Soprindendenza locale, che nel 1990 ha schedato e vincolato il manufatto, quest'organo "positivo" risulta per l'Abruzzo un'opera rara, poichè di questo tipo ne rimangono pochissimi esemplari. Ora lo strumento viene utilizzato qualche volta per accompagnare la liturgia e valorizzato attraverso l'attività concertistica.

 

 

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