Suonare News 0 2003 Sei corde
 

E la chitarra abbraccia Mantova
di Angelo Gilardino

I festival di chitarra abbondano dappertutto, specialmente in Italia. Servono a dare spazio e rilievo a un repertorio e a una categoria di esecutori che, nonostante la cosiddetta rinascita della chitarra, hanno fatto breccia nella programmazione delle società musicali soltanto fino a un certo punto. Servono anche a parecchi direttori artistici di società musicali come alibi per la loro scarsa inclinazione a prendere conoscenza del repertorio chitarristico e a programmare concerti per e con chitarra (tanto – si schermiscono – ci sono i festival specializzati). Gli organizzatori dei festival di chitarra sono molto spesso i chitarristi stessi, che cercano di sfuggire all’asfissia. Come dar loro torto? Anche se è chiaro che, talvolta, più che alla musica per chitarra e agli ascoltatori, certi festival servono a chi li fabbrica per collocarsi in un “giro” – reale o immaginario – di relazioni, e a ricavarne vantaggi per la propria carriera, è indubbio che il rimboccarsi le maniche e l’assumere iniziative è più saggio e più utile che il lamentarsi accidiosamente dell’espulsione della chitarra dai cartelloni delle società concertistiche. In fondo, come il pianoforte, anche la chitarra ha un suo pubblico, e se questo non trova soddisfazioni nei programmi delle società musicali guidate da direttori pigri o supponenti, è sacrosanto offrigliele altrove. Scrivo di un nuovo festival chitarristico perché mi sembra nato sotto una buona stella. S’intitola Eurocorde in Mantua, e l’ha ideato un chitarrista mantovano, Gianluigi Mutti. Nel passare dall’ideazione alla realizzazione, Mutti ha avuto l’umiltà e la buona ispirazione di non fare tutto da sé, e ha chiamato in causa un esperto organizzatore di eventi culturali, Nanni Rossi, presidente dell’Associazione Postumia, la quale manda avanti da anni il Museo d’Arte Moderna di Gazoldo degli Ippoliti (sempre in terra mantovana) e cura pregevoli pubblicazioni. Ne è nato un festival che promette di respirare non soltanto l’aria un po’ stantia della provincia chitarristica italiana, ma di allargarsi su un orizzonte culturale più ampio: è questa, io credo, la strada giusta per dare risalto alla chitarra, al repertorio e ai concertisti che ne sono i portatori, altrimenti, invece di esaltare strumento, musica e musicisti, si rischia di immiserirli in liturgie paesane. Il tandem Mutti-Rossi ha messo in piedi un primo cartellone fortemente legato alla terra virgiliana e alle sue innumerevoli attrattive. I concerti saranno tutti ambientati in sedi di grande pregio architettonico e paesaggistico, ed è prevista la partecipazione del quartetto d’archi Postumia: quindi, chitarra in primo piano, ma su sfondi diversi e accattivanti. Questa prima edizione, che avrà luogo nel mese di settembre, è intitolata “Omaggio ad Andrés Segovia”. La moglie del maestro, Emilia Segovia de Salobreña, invitata dagli organizzatori, verrà a rievocare la figura del suo grande consorte in una conferenza prevista per il pomeriggio di domenica 14 settembre nella sede dell’Accademia Virgiliana. Il primo concerto, affidato a Eric Franceries, avrà luogo venerdì 12 settembre nella Pieve della Postumia di Massimbona, in riva al Mincio. Sabato 13, sarà la volta di Luigi Attademo, che si esibirà nel Teatro Sociale di Canneto sull’Oglio, e domenica 14, nella splendida cornice di Palazzo Te a Mantova, daranno concerto Oscar Ghiglia ed Elena Papandreu. Il concerto conclusivo, lunedi 15 settembre, vedrà in scena, nella Cattedrale Gotica di Asola, Giulio Tampalini e il Quartetto Postumia. Nanni Rossi, che negli eventi culturali ha le mani assai bene in pasta, ha evidentemente pilotato il calendario del festival chitarristico a ridosso di quello dell’universalmente noto, e per Mantova prestigiosissimo, festival della letteratura, con l’evidente – se pur non dichiarato – proposito di richiamare sui concerti l’attenzione di un pubblico colto e cosmopolita qual è quello che conviene a fine estate a Mantova ad ascoltare le letture dei poeti. Poiché ogni manifestazione si presenta con un emblema – e anche da questo si valuta la sua categoria culturale e la sua forza – “Eurocorde in Mantua” ha puntato in alto pure in questo senso, e ha chiesto all’artista grafico Nani Tedeschi di creare il manifesto il logo-manifesto capace di sintetizzare in un’immagine i valori e i contenuti dell’evento: un ritratto di Andrés Segovia affiancato da una damigella rinascimentale che suona la viola da gamba: sullo sfondo il fiore di loto caratteristico dei laghi di Mantova. Niente male! E, già che ci siamo, poiché il ritratto segoviano di Tedeschi è opera d’arte squisita, mi parrebbe giusto che – dopo l’uso che ne farà il festival mantovano – pendesse da una parete del Museo Segovia di Linares per effetto di una munifica donazione: affare fatto?

 

 

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