Suonare News 0 1999
 

L'innominato
di Paola Romano

Arroccato negli edifici di un complesso architettonico che risale al Medioevo e nel sottosuolo conserva reperti archeologici di terme romane, il Conservatorio di Salerno domina dall’alto la città e ha dinanzi a sé la vista del golfo e della costiera amalfitana. È in via De Renzi, nella parte alta del centro storico, in due palazzi attigui che un tempo ospitarono altrettanti conventi, quello di San Nicola e quello di San Lorenzo. Singolare la storia che contraddistingue, con una caratterizzazione tutta popolare, la nascita della tradizione musicale del Conservatorio: prima ancora che lo stesso venisse istituito formalmente, alcuni “scugnizzi” e orfanelli videro nella musica una possiblità di riscattarsi da una condizione sociale difficile. Il Conservatorio di Salerno, infatti, deriva dalla scuola di musica che fu organizzata per i bambini orfani e abbandonati nel 1818, presso l’Ospizio San Ferdinando (poi Orfanatrofio Umberto I). In breve i piccoli allievi senza famiglia divennero così bravi ( in particolare con gli strumenti a fiato) che l’intero istituto di assistenza ai minori venne a identificarsi con la sua quotata Scuola musicale. Quest’ultima, con Decreto Presidenziale, nel 1953, si trasformò in Liceo musicale pareggiato (legni, ottoni e archi). Nel 1963 lo stesso Liceo divenne sezione distaccata del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli. Meno di vent’anni dopo, nel 1980, un successivo Decreto Presidenziale sancì definitivamente l’autonomia del Conservatorio di Salerno. Sino agli anni Settanta era conosciuto soprattutto per gli ottoni, riuscendo a formare le prime parti delle più celebri orchestre, da quella del San Carlo di Napoli a quella del Teatro dell’Opera di Roma. Ora a dirigere l’istituto c’è il maestro Pasquale Pinna, 53 anni. La sua è una famiglia di musicisti: il nonno Giovan Battista fu un compositore che ebbe modo di farsi apprezzare particolarmente a Napoli, amico e coetaneo di Francesco Cilea; il padre Orfeo, invece, come pianista, compositore e direttore d’orchestra, svolse attività libera in giro per il mondo. Un passato che non sembra condizionare per nulla l’operato di Pasquale Pinna, fortemente orientato, senza nostalgie, verso la promozione di un capillare inserimento della cultura musicale nel tessuto sociale e civile del territorio: «Oggi è impensabile – spiega – l’immagine di un Conservatorio chiuso su se stesso, sulle sue tradizioni, i suoi insegnamenti, le sue logiche interne. Abbiamo rafforzato i rapporti con le scuole e l’Università per avvicinarne gli studenti al mondo della musica». Un obiettivo promosso innanzitutto attraverso proposte che prendono in considerazione autori spesso sconosciuti al grande pubblico: è il caso di Alfredo Casella e Gianfancesco Malipiero, solo per citare due compositori i cui brani sono stati inseriti in un programma di rivalutazione della musica italiana del Novecento. A loro, il Conservatorio ha dedicato anche una mostra fotografica itinerante. Nell’assenza di finanziamenti utili ad aprire nuove classi di studio, l’approfondimento delle istanze musicali del secolo che ci lasciamo alle spalle, e in particolare del passato più remoto, è stato affidato ai dipartimenti di produzione artistica e ricerca. «Potenziare i dipartimenti ci è sembrata la maniera migliore per una razionalizzazione delle risorse – spiega il Direttore – perché si può fare molto anche quando mancano i fondi. Su questa strada si inquadra la stessa apertura ai giovani: persino quelli apparentemente più lontani dalla musica classica mostrano, se opportunamente stimolati, un grande interesse. In Ateneo abbiamo curato gli Itinerari musicali, cioè lezioni-concerto che hanno avuto un largo seguito». Ci si è rivolti anche ai piccoli alunni delle scuole elementari e medie. Per loro sono stati organizzati appuntamenti concertistici nell’ottocentesco Teatro Verdi. Rimanendo in tema di iniziative, la Pasqua 1999 ha coinciso con la ripresa di una tradizione antica: il concerto itinerante per la passione, la crocifissione e la deposizione di Cristo. Un evento che s’inserisce perfettamente in un territorio che ha nei riti della Settimana Santa, uno degli ultimi sopravvisuti esempi di devozione popolare arcaica. Il percorso di musica sacra ha interessato diverse chiese del centro storico della città, per poi concludersi nella Cattedrale normanna di San Matteo. Manifestazioni di questo tipo hanno rafforzato all’esterno l’immagine del Conservatorio che, da un punto di vista organizzativo, non è certo tra i più facili da dirigere, se si considera che serve una provincia tra le più estese in Italia. A parte la vasta area geografica di riferimento, bisogna convivere con i disagi legati alle strutture fatiscenti della sede. I locali agibili sono pochi e insufficienti per gli oltre 800 allievi, tanto da costringere ogni giorno insegnanti e alunni a turni compresi nell’arco di 12 ore ininterrotte. Attualmente è in corso un massiccio intervento di recupero delle strutture. Parallelamente al restauro conservativo dell’esistente, verranno realizzati nuovi spazi improntati a uno stile architettonico avveniristico. Pinna si affaccia alla finsestra e mostra con orgoglio il procedere dei lavori: sotto i piani alti, dove attualmente si concentra il grosso delle attività didattiche, sorgerà un auditorium a forma di pianoforte a coda, con 400 posti a sedere. L’ossatura di cemento, con il palco all’altezza dell'ideale tastiera, delinea già la figura finale. Completeranno l'opera altre due piccole sale-concerto, fornite rispettivamente di 200 e 150 posti a sedere. Questo, comunque, è ancora futuro. Per ora esiste un solo auditorium in uno stanzone, con sedie di plastica per il pubblico. Ma la musica non si ferma dinanzi a quattro mura ammuffite,: le difficoltà strutturali non hanno impedito al Conservatorio di Salerno di aprire le porte all'Europa e al mondo. Sono stati effettuati scambi culturali con i conservatori e le accademie musicali di San Pietroburgo, Belgrado, Praga, Helsinki. BOX: Carta d’identità Conservatorio statale di musica via Salvatore De Renzi, 62 – 84100 Salerno tel. 089-231977, fax 089-241086 Direttore: M° Pasquale Pinna Presidente: Prof. ssa Pina Boggi Cavallo Direttori amministrativi: Dott. Francesco Paolo Palumbo, Dott.ssa Adriana Braca, Dott. ssa Fortuna Bosone Allievi: 856; Docenti 148 Cattedre in organico: 88 principali e 60 complementari Materie “principali”: 1 arpa, 1 basso tuba, 7 canto, 3 chitarra, 7 clarinetto, 5 composizione, 1 contrabbasso, 2 corno, 5 didattica della musica, 1 direzione di coro, 1 fagotto, 5 flauto traverso, 2 oboe, 5 percussioni, 17 pianoforte, 6 sassofono, 8 tromba e trombone, 2 viola, 8 violino, 1 violoncello. BOX: CONSERVATORIO DI salerno Anno Accademico 1998/99 - Organico professori Accomp. pianoforte Arrivo Giuseppe Cappabianca Giovanna Desiderio Raffaele Iacoboni Cristina Longo Emanuela Luciani Antonio Pierno Salvatore armonia complem. Colabianchi Nicola De Mattia Francesco Narduzzi Nello Pappacena Giusto Persichetti Marco aRPA Vanacore Maria Rosaria arte scenica Vitale Giovanni assieme archi D’Andria Raffaele assieme fiati Ciccolella Gilberto Fraioli Antonio Magni Carlo basso tuba Sabbatani Eros Canto Capece Ennio Cassano Antonio Innacoli Emma Schettino Giuseppina Tortora Irma Tuand Carlo Valente Giuliana Chitarra Amabile Vincenzo Grande Antonio Villa Maurizio Clarinetto Cammarano Vincenzo Capasso Gaetano De Falco Giovanni Evangelista Raffaele Moscariello Alberto Nunziata Pietro Pastore Raffaele Composizione Altieri Roberto Capriglione Colomba Carella Silvano Salerno Michele Vitale Alfonso Contrabbasso Gaudiano Ottavio Corno Chianese Gaetano D'Adamo Biagio didattica musica Baroncini Rodolfo Carboni Mauro D’Alessandro Maria Luisa Schiavo Nicola Visco Ciro direzione di coro Mercurio Antonello Esercitaz. corali Foglia Giovannina Profeta Virginio Esercitaz. orchestrali Sinagra Antonio Fagotto Procida Domenico Flauto traverso Cappabianca Nicola Dalla Benetta Antonella De Maio Pasquale Giordano Domenico Lombardi Salvatore Letteratura poetica e drammatica Fiorellino Giuseppina Lettura partitura Di Grazia Vittoriano Mola Giovanni Garosi Luciano Musica da camera Agresti Maria Rosaria Bellagamba Anna Bellucci Giacomo Prayer Luisa Taviani Francesca Oboe Smaldone Alfonso Di Bucchianico Claudio Organo complem. Varriano Antonio percussioni Correra Cuono Pescetelli Maria Grazia Di Blasi Carlo Romanenghi Gianmaria Rossi Rodolfo Pianoforte Cardaropoli Anna Cirillo Francesco Corini Salvatore Costagliola Davide Cuciniello Giovanni Carlo D’Amico Pietro D'Ascoli Luigi Forgione Eleonora Gentile Carmela Guillaro Armando Mannara Adriana Morabito Lucia Notari Antonia Olino Gabriella Romano Carmela Scarico Francesco Schiattarella Domenico pianoforte complem. Ammendola Amalia Caccaviello Fiorella D'Elia Luciano De Palma Sandro Mazzocchi Marco Napoli Matteo Nencini Fabiola Petrillo Emma Scala Francesco Soldati Simone sassofono Carrano Cristiano Cavallo Luigi De Gennaro Lauro Romanelli Vincenzo Santacroce Lara Schneider Graziosi Carlo Storia della musica Ambrosio Giulia Ambrosio Vittorio D’Errico Annunziata Saturno Paolo Turano Francesca Teoria e solfeggio Albieri Graziella Avallone Luigi Cammarano Vincenzo Capozzi Marina Di Sarno Serse Evangelista Bruno Florio Antonio Gullotta Vincenzo Napoletano Anna Maria Noto Antonio Moretti Fabio Pannitti Amedeo Tarallo Alfredo Zupi Castagno Vincenzo tromba E trombone Aiezza Giovanni Camilli Gianluca Carratoni Ernesto Ferrara Bernando Gironacci Claudio Marzullo Antonio Pumpo Ernesto Stellato Vincenzo Viola Basso Simone Belli Ettore Violino Aiello Maurizio Ansalone Giuseppe Autieri Antonio Biancardi Gianfranco De Sena Vincenzo Lo Bello Maurizio Mosca Ludovico Verdoliva Pasquale Violoncello Santarpino Liberato bibliotecario Caldore Patrizia

 

 

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