Computer music sulla laguna
di Cesare Venturi
Nella chiesa di Santo Stefano gli studenti del Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia provano il Cantus in memoriam Benjamin Britten e la Berliner Messe di Arvo Pärt, sotto la attenta e affettuosa guida di Maurizio Dini Ciacci. Sorprendente, per un saggio scolastico, se si pensa alla vetustà dei programmi di studio dei conservatori italiani. D’altronde se per il turista ha la immancabile colonna sonora dei concerti di Vivaldi, la città lagunare per l’estimatore dell’arte di oggi ha i suoni di Luigi Nono, di Bruno Maderna, della Biennale di musica contemporanea e della musica elettronica (che viene insegnata al “Marcello”, con una cattedra che fu di Sinopoli ed oggi, è di Alvise Vidolina).
E il Conservatorio, situato Palazzo Pisani, in un tranquillo campo a due passi dal ponte dell’Accademia, vive di attenzioni per la contemporaneità, si potrebbe dire “nonostante la città”. C’è un nome in particolare che ha reso prestigioso questo istituto, quello di Gianfrancesco Malipiero. La scuola sorse nel 1873 come associazione di musicisti, e fu trasformata in Civico Liceo Musicale da Ermanno Wolf-Ferrari; nel ’40 divenne appunto Conservatorio a Palazzo Pisani, (un edificio del Demanio). Malipiero fu direttore per 14 anni dal 1940, anno in cui l’istituzione assunse il nome di “Benedetto Marcello”, quale emblema della cultura musicale veneziana. Malipiero diede particolare spazio alla composizione e alla ricerca musicologica (legata soprattutto a Monteverdi e Vivaldi).
Ed è anche su questo solco che l’attuale direttore – da 4 anni a capo del “Marcello” – orienta la propria politica: Virginio Fagotto, profondo conoscitore della Venezia antica e della musica veneta tra ’500 e ’700, fu allievo di Malipiero per la composizione, nonché suo stretto collaboratore dal ’52 alla morte. Lo ricorda con affetto e grande ammirazione.
«Il mio modo di concepire il Conservatorio è quello di una scuola aperta – spiega Fagotto. Per questo ritengo che gli scambi tra diversi conservatori siano utili anche ai fini dell’insegnamento ai ragazzi, attraverso il confronto tra diverse tendenze didattiche. I saggi che stiamo preparando sono suonati da allievi del “Benedetto Marcello” e da quelli del Conservatorio “Bonporti” di Trento in un inedito gemellaggio. E non è la prima esperienza che facciamo in termini di scambi: l’anno scorso gli allievi del nostro conservatorio hanno partecipato a un “saggio scambio” (è un termine che al Ministero non conoscono, nel senso che non sono previsti contributi) a Liegi. Un soggiorno di una settimana, con cinque lezioni e un concerto, diretto sempre da Maurizio Dini Ciacci, che è stato un successo. È questa la vera Europa delle frontiere aperte: i nostri allievi hanno portato all’estero le loro lezioni ed hanno conosciuto quelle di altri musicisti. Venezia “capitale dello spirito” è un sentimento molto forte ancora oggi. E perché non approfittarne?»
L’attività didattica quotidiana non fa notizia, anche se è quella che fa la differenza tra una buona scuola e una cattiva. Dunque si parla inevitabilmente più di quei corsi che differenziano un conservatorio dall’altro. E il direttore ricorda, oltre al corso di musica elettronica, le “nuove scuole” di didattica della musica, dei corsi che mirano alla formazione di insegnanti attivi nelle scuole medie. Ed è a Venezia che 35 anni fa fu istituita la prima cattedra di prepolifonia, che approfondisce lo studio dal canto gregoriano alla nascita della polifonia: un millennio di esperienza musicale che ha fecondato l’intero Occidente.
Naturalmente con il direttore si parla anche dei problemi del Conservatorio di Venezia: di necessari interventi strutturali al Palazzo, dei contributi in arrivo per la riapertura della sala da concerti, che ora si svolgono nel “portego” del palazzo, nel quale stazionano indifferentemente studenti e piccioni. «Venezia è un territorio difficile – spiega Fagotto –, prima di tutto il Veneto ha il maggior numero di conservatori d’Italia (sette). Molti allievi provengono dall’entroterra, il che comporta un impegno particolare per gli spostamenti e per il fatto che oggi lo studente di Conservatorio ha parallelamente una normale attività scolastica».
C’è, infine, una scuola media annessa e il liceo musicale sperimentale agli sgoccioli: con grande malcontento di molti professori del “Marcello” (e sembra di capire anche del direttore, che comunque è diplomatico) l’anno scorso non ha ottenuto il rinnovo per pochi voti. Oggi il liceo è ad esaurimento ma è stata proposta una nuova programmazione, per la quale si attende l’autorizzazione del Ministero.
BOX:
Carta d’identità
Conservatorio statale di musica “Benedetto Marcello”
S. Marco, 2810 - Palazzo Pisani - 30124 Venezia
tel. 041-5225604; fax 041-5239268
Direttore: M° Virginio Fagotto
Direttore amministrativo: Dott.ssa Michela Sediari
Allievi: 488; docenti: 92
Cattedre in organico: 58 principali e 30 complementari
Materie “principali”: 4 accomp. pianoforte; 1 arpa; 4 canto lirico; 3 chitarra; 2 clarinetto; 1 clavicembalo; 2 composizione; 1 contrabbasso; 1 corno; 5 didattica della musica; 1 fagotto; 2 flauto; 1 flauto dolce; 1 liuto; 1 musica corale e direz. coro; 1 musica elettronica; 1 oboe; 2 organo e composizione organistica; 1 percussioni; 16 pianoforte principale; 1 prepolifonia; 1 tromba e trombone; 2 viola; 6 violino; 1 violoncello.
(N.B. Il numero delle materie, principali e complementari, è di fatto più elevato del numero dei professori perché tre di essi insegnano due materie).
BOX:
CONSERVATORIO “BENEDETTO MARCELLO” DI VENEZIA
Anno Scolastico 1996/97 - Organico professori
ACCOMP. PIANOFORTE
Cenedese Daniela
Gibellato Stefano
Guizzo Aldo
Perini Antonella
Armonia complem.
Mosca Gianluca
Peretti Marco
ARPA
Colonna Romano Daniela
Arte scenica
Sartori Agnese
assieme archi
Pirona Fabio
assieme fiati
Trevisan Sergio
basso continuo
Padoin Roberto
Canto
Hebert Pamela
Mantese Cristina
Silva Stella
Tosetti Cosetta
Chitarra
Amato Angelo
De Nardis Tommaso
Clarinetto
Addesso Donato
Fugagnoli Ermanno
Clavicembalo
Guidi Maria Vittoria
COMPOSIZIONE
Gemmani Marco
Pasquotti Corrado
Priori Massimo
Contrabbasso
Fioravanti Ubaldo
CORNO
Venturi Marco
DIDATTICA
Buzzoni Patrizia
Cadetto Fabio
Canale Margherita
D'Este Morena
Ozbic Marco
Pivato Arturo
DIREZIONE DI CORO
Gemmani Marco
Esercitaz. corali
De Biasi Camillo
Gemmani Marco
Esercitaz. orchestrali
Dini Ciacci Maurizio
Fagotto
Bressan Andrea
Flauto
Curri Angelo
Moretti Angelo
Flauto dolce
Verardo Pietro
Letteratura poetica
e drammatica
Bianchi Maria Luisa
Lettura partitura
Berengo Luciano
Del Vecchio Giovanni
LIUTO
Verardo Pietro
Musica da camera
Amadio Andrea
Bellini Luciano
Franchini Cecilia
Zanchetta Stefano
MUSICA ELETTRONICA
Vidolin Alvise
Oboe
Battocchio Luciano
Organo
Bolzonello Elsa
Micconi Roberto
Organo compl.
e canto gregoriano
Padoin Roberto
Percussioni
Dellisanti Annunziata
Pianoforte
Agazzi Giorgio
Argentieri Angelo
Barutti Anna
Battel Giovanni Umberto
Borri Bianca Maria
Bortolin Tiziana
Brunello Gino
Colonna Romano Anna
Lovato Giorgio
Mabilia Ezio
Pasqualy Marina
Rizzardo Wally
Taronna Olga
Urbanis Silvia
Vianello Giorgio
Zamparo Maria Luisa
pianoforte compl.
Andreatta Francesco
Lucchiari Silvana
Poli Tiziano
Urdido Michela
PREPOLIFONIA
Pellizzari Wally
Storia della musica
Pancino Paolo
Tieri Guglielmina
Villatico Alfredo
Teoria e solfeggio
Biasiolo Maria Antonietta
Casciello Giovanni
Checchini Gianni
Fuga Francesca
Rossi Lino
Ussardi Vittore
Zanovello Enrico
Tromba e trombone
Buonomo Giuseppe
Viola
Albano Marco
Bignami Giorgia
Petrella Giovanni
Violino
Barutti Bruna
Bilikova Viera
Bonzagni Giulio
Ceccaroli Paolo
De Rossi Paolo
Marchi Gabriella
Zanchetta Stefano
Violoncello
Crespan Paolo
BOX:
Maestri al computer
Il corso di musica elettronica del Conservatorio di Venezia è stato uno dei primi dedicati alla computer music in Italia. Nel 1972 nasceva come corso sperimentale ed era diretto da Giuseppe Sinopoli; dal 1975, quando lasciò l’attività didattica, passò ad Alvise Vidolin, che ha ancora oggi la cattedra. Quattro anni fa è diventata ‘scuola’ del conservatorio. L’attività di Vidolin si svolge principalmente nel campo della ricerca musicale, grazie anche alla collaborazione con l’avanguardistico Centro di sonologia computazionale di Padova.
Al corso si accede con il diploma di composizione o la licenza del corso medio di composizione. Dura quattro anni, con frequenza obbligatoria. L’ammissione avviene con un colloquio la cui valutazione è espressa da una commissione composta dal docente di musica elettronica, di composizione e dal direttore del Conservatorio. Come è concepito oggi, trasforma gli allievi in compositori di computer music, anche se poi l’applicazione delle conoscenze tecnologiche porta i diplomati ad occuparsi spesso di settori professionali più tecnici che artistici, nel campo televisivo, in quello multimediale, nell’editing musicale, nel montaggio, eccetera. «Spesso, grazie alla facilità del rapporto con la tecnologia i miei diplomati si inventano strade nuove – spiega Vidolin – come, per esempio, nel settore Cd-Rom». Eppure molti sono i musicisti diplomati al corso di Vidolin che hanno scelto la strada della composizione “pura” e si sono affermati a livello internazionale come Marco Stroppa, Roberto Doati e Andrea Molino, le cui opere sono presentate in tutto il mondo.
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