L'ora della musica
di Daniela Iotti
L’equiparazione ai conservatori di Stato segna l’inizio della storia moderna dell’istituto “Peri” di Reggio Emilia; Peri Achille, si badi bene, non Jacopo come molti volentieri vorrebbero equivocare, surclassando con l’illustre fiorentino un nome poco rappresentativo, appartenente a un marginale musicista dell’Ottocento, attribuito alla scuola nel 1927, in piena epoca fascista, e dunque in linea con la tendenza alla celebrazione acritica e gratuita delle glorie locali. Una vicenda, quella della titolazione della scuola, più volte finita in consiglio comunale nel tentativo, senza successo, di cambiare un nome che non rende merito alla fisionomia e al carattere che l’Istituto ha assunto nel corso degli ultimi trent’anni.
Una storia ricca e complessa che ha visto la trasformazione di una modesta scuola di provincia non solo in un eccellente istituto musicale pareggiato ai conservatori di Stato, ma in un luogo di elaborazione culturale, grazie a iniziative andate oltre lo specifico ambito didattico.
E una storia che s’identifica, almeno sino al 1998, anno della sua prematura scomparsa, col nome di Armando Gentilucci, nominato direttore nel 1969.
Si è scelta una personalità non reggiana, ma espressione di una qualità intellettuale e professionale di alto livello, nonostante la giovane età, con l’intenzione di dare impulso a una scuola rimasta sino ad allora chiusa e limitata a un ambito provinciale e promuovere la vita musicale cittadina, immettendola nel circuito culturale del nostro Paese.
Sul piano di una apertura della scuola oltre l’attività didattica e come “luogo di elaborazione culturale” si possono citare le esperienze di questi ultimi trent’anni, le più importanti, quelle che oltre ad avere conosciuto una dimensione nazionale ed internazionale, hanno lasciato nella scuola e nella città un segno profondo. Per esempio, l’iniziativa di “Musica/ Realtà”, dal 1973 al 1976 emblema storico di un modo di fare cultura che fece di Reggio un punto di incontro di grandi personalità del mondo musicale, impegnate in una riflessione sugli aspetti politici e sociali della musica, sulla sua funzione, destinazione e senso, oppure la mostra su Arnold Schönberg, realizzata nel 1974 con materiali inediti e con criteri multimediali, che ha aperto il confronto e la riflessione su un autore in Italia all’epoca ancora poco conosciuto, per non dire ignorato. E ancora: le due rassegne “Sguardo sull’ultima generazione” (1980-1981), dedicate alla conoscenza dei giovani compositori, nel solco già tracciato della sperimentazione di forme di conoscenza e diffusione musicale nuove; seminari internazionali di strumento e di composizione, con personalità di calibro europeo; la creazione alla fine degli anni Settanta, di un Laboratorio pedagogico-musicale per preparare gli insegnanti di musica della fascia dell’obbligo; l’istituzione dei corsi propedeutici per avvicinare i bambini della fascia elementare alla musica attraverso una specifica didattica; la promozione della musica d’insieme con formazione di una delle prime orchestre giovanili, e cioè l’Orchestra giovanile degli Istituti musicali dell’Emilia Romagna, diretta da Dario Indrigo, tuttora docente di musica da camera e quartetto; la costituzione di una biblioteca- fonoteca che si è rapidamente aggiornata con ristampe ed edizioni critiche e che si è specializzata nella musica del Novecento, con materiali a stampa e fonografici: una delle prime e più ricche d’Italia (vedi box).
Che cosa rimane di tutto questo oggi, in tempi profondamente mutati, in cui le amministrazioni locali tendono ad alleggerire il proprio impegno pubblico, anche nei settori della cultura? E con una legge che ha trasformato, anche se per ora sulla carta, i conservatori e gli Istituti musicali pareggiati in università? Pur in presenza di una “generale caduta di tensione culturale e conoscitiva della vita musicale reggiana” denunciata già nel 1983 dallo stesso Gentilucci in una pubblicazione sulla scuola, non si può disconoscere al “Peri di Reggio Emilia” la conquista di alcuni traguardi positivi, al di là di un faticoso mantenimento delle postazioni precedentemente conquistate. Tra questi la nuova sede collocata dal 1999 nei Chiostri di S. Domenico, un’antica costruzione messa a disposizione dal comune, restaurata e dotata (come prescrive la legge) di un auditorium che costituisce il quarto palcoscenico reggiano, dopo i teatri Valli, Ariosto e Cavallerizza.
Una ricchezza che appartiene alla tradizione di una città e di una regione col più alto numero di teatri, dislocati anche nei più piccoli centri, e di conservatori con 11 scuole suddivise in 5 conservatori e 6 istituti musicali pareggiati. «Un patrimonio di tradizione storica riconducibile alle antiche città-stato che non deve andare perduto» – tiene a sottolineare l’attuale direttore Andrea Talmelli, 51 anni, compositore, allievo di Azio Corghi, che ha raccolto nel ‘90 la difficile eredità di una scuola complessa e per certi aspetti non assimilabile, per il suo peculiare passato, alle sue consorelle – «ma che deve portare, anche alla luce della riforma messa in atto dalla legge 508, a un coordinamento regionale: dunque, se ci sarà un’università della musica in Emilia, questa dovrà articolarsi non in un’unica sede, ma dislocarsi secondo le diversità maturate dai singoli istituti». Un auspicio che è già un programma in atto al “Peri”: l’attivazione di due corsi sperimentali di pianoforte e violoncello dovrebbe configurare un triennio superiore sul modello delle nuove lauree.
Sul piano dell’interazione con le istituzioni cittadine va segnalato il seminario “Comporre il nuovo”, attuato dal 1994 al 1999 in collaborazione con la rassegna “Di Nuovo Musica”.
E con la partecipazione di compositori quali, tra gli altri, Helmut Lachenmann, Gerard Grisey, Salvatore Sciarrino, si intendeva mettere a confronto i problemi della composizione con quelli di altri settori della cultura e dell’arte, sui temi della modernità.
Mentre in collaborazione con il consorzio “I Teatri” ha raggiunto 20 anni di attività “L’Ora della musica”, una rassegna di concerti mattutini, domenicali, per promuovere giovani concertisti.
Se l’Istituto “Peri” si è posto in questi ultimi trent’anni come luogo di “elaborazione culturale”, un’altra delle sue caratteristiche, vale a dire l’attenzione alla didattica e alla propedeutica musicale, si è mantenuta viva tra innumerevoli difficoltà, con due corsi di “propedeutica musicale”, uno dei due oggi purtroppo a mezza cattedra, svolti da insegnati qualificati a livello nazionale e frequentati dai bambini a partire dalla terza elementare (da quest’anno dalla seconda), e con 105 iscritti contro i 208 dei corsi conservatoriali. Sono cifre che si commentano da sole ed evidenziano come il problema dell’educazione musicale di base non possa essere dimenticato da una seria riflessione sul futuro dei conservatori.
Forte incremento ha avuto in questi anni lo scambio con istituzioni musicali europee, un’attività in cui il direttore Talmelli crede molto e illustra con passione: «Da quattro anni abbiamo scambi regolari con l’Accademia superiore di Bydgoszcs in Polonia, e a questi si sono aggiunte relazioni con Schwerin in Germania e la città di Barcellona. Numerosi, poi, sono stati i concerti di nostri allievi nella Repubblica Ceca, in Olanda e in Ungheria: un complesso di attività che conferma la presenza del nostro istituto in Europa, in una prospettiva di amicizia tra i popoli, su cui mi pare giusto investire».
BOX1:
Carta d’identità
Istituto musicale pareggiato “Achille Peri”
Via Dante Alighieri, 41, 42100 Reggio Emilia
tel. 0522 456771 - fax 0522 456778
Direttore: M° Andrea Talmelli
Allievi: 392
Docenti: 41
Cattedre in organico: 22 principali, 24 complementari
Materie principali: 1 canto, 1 chitarra, 2 clarinetto, 1 composizione, 1 contrabbasso, 1 corno, 1 fagotto, 2 flauto traverso,
1 oboe, 1 percussioni, 3 pianoforte , 1 tromba, 1 trombone,
1 viola, 3 violino, 1 violoncello
Box 2:
istituto musicale pareggiato “achille peri” di reggio emilia
Anno Accademico 2000/2001 - Organico professori
armonia complem.
Gilioli Fiorenza
Zuffa Marcello
armonia speriment.
Gilioli Fiorenza
arte scenica
Milano Alessandra*
assieme archi
Indrigo Dario
Canto
Trombetta Mauro
Chitarra
Piastra Claudio*
Clarinetto
Fornasari Massimo
Toroncanti Gaspare
Composizione
Ferrari Maurizio
Contrabbasso
Sala Andrea*
Corno
Tagliaferri Prina Imerio*
Esercitaz. corali
Zuffa Marcello
Fagotto
Fusi Franco
Flauto traverso
Camurri Paola*
Ortensi Claudio
Letteratura poetica
e drammatica
Parisini Andrea*
Lettura partitura
Bigliardi Anna
Musica da camera
Dario Indrigo
Oboe
D’Addabbo Vincenzo
percussioni
Repola Francesco*
Pianoforte
Abizzi Alberto
Bacchelli Franca
Cipollina Giovanni
pianoforte complem.
Bigliardi Anna
Franchella Vincenzina
Lootgieter Charlotte
Mongini Maria Cristina
Pang An Li
Pastorino Ennio
Pedrazzini Marco*
Scaravelli Serenella
propedeutica
Lassen Marta
Spaggiari Gabrielangela*
Storia della musica
Morazzoni Anna Maria
Teoria e solfeggio
Ariani Livio
Carletti Ivano
Faelli Marco*
Magnani Francesca
tromba
Notari Franco
trombone
Faccini Sante
Viola
Campagnano Alberto
Violino
Campagnano Alberto
Ferrari Alessandro
Menozzi Carlo
Violoncello
Perini Marco
bibliotecario
Boni Monica
* supplenti
BOX 3:
Una biblioteca unica in Italia
Viaggio nel Novecento
Già entrando si respira un’aria da Beaubourg : ampi e luminosi spazi, soffitto a capriate, arredi moderni e funzionali, computer per la consultazione. È la biblioteca dell’istituto, dove batte il cuore di quella “elaborazione culturale”, che caratterizza la storia dell’Istituto “ Peri”. Oltre ad assolvere alla funzione istituzionale di supporto didattico-musicale, la biblioteca ha una funzione pubblica e offre una specializzazione in musica e musicologia che può contare su ampie dotazioni: opera omnia, periodici musicali, ristampe anastatiche, edizioni critiche. Ma ciò che rende la biblioteca unica in Italia è la dotazione di musica del Novecento, sia di materiale a stampa sia d’ascolto, che ne fa una meta di studiosi e artisti da tutta Italia. La presenza della fonoteca e di accoglienti sale d’ascolto consente di accedere a documenti sonori del secolo appena trascorso, altrimenti difficilmente accessibili. Così come l’organizzazione a scaffale aperto (rara nelle biblioteche di conservatorio) facilita e stimola la consultazione. Dal 1998 l’istituzione, diretta da Monica Boni, opera nell’ambito del sistema bibliotecario nazionale e l’informatizzazione avviata da tempo permette, oltre alla ricerca bibliografica, il libero e gratuito accesso alla rete.
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