Con l'estate arriva allegramente puntuale il gran tour dei festival musicali. Suonare news è andato a scoprirli uno ad uno – sono almeno un centinaio – e attraversano tutta la Penisola, da Chamois, piccolo borgo valdostano, a Segesta, nella parte nord-occidentale della Sicilia. Nella nostra tradizionale "guida" (a pagina 33) Ilaria Mantovani li racconta raccogliendo il contagioso entusiasmo che solo i festival sanno infondere nell'ascoltatore, che sia un appassionato in villeggiatura o uno spettatore occasionale che magari non è mai entrato in un teatro e approfitta di un concerto all'aperto per provare un'esperienza nuova.
Perché i festival estivi non sono la versione balneare o montana delle stagioni invernali, ma rassegne mediamente più varie e sperimantali, con una proposta meno rigida e istituzionale. Il solo fatto che molti spettacoli si svolgano all'aperto toglie la ritualità ingessata di un concerto in teatro, dove al primo colpo di tosse arriva lo sguardo corrucciato degli altri spettatori.
Per i musicisti l'estate è una stagione importante, perché dietro ai tanti festival che propongono musica ci sono moltissime opportunità di suonare e cantare, in una parola di lavorare. E se fino a vent'anni fa erano attivi solo le grandi rassegne internazionali, a partire dall'Arena di Verona, oggi il mercato offre davvero di tutto, sia al pubblico sia ai musicisti. Ci sono festival specializzati in musica antica, cameristica, focalizzati su un solo strumento, come il pianoforte, la chitarra, il flauto. Ma esistono anche rassegne che "incrociano" spettacoli dal vivo a masterclass, mescolando proficuamente pratica e teoria.
L'unica attività che in estate si ferma, oltre alle attività formative tradizionali, Conservatori, Accademia, Scuole di musica, sono in concorsi. Tradizionalmente la stagione delle grandi competizioni internazionali ricomincia a settembre.
Ma, oltre alla possibilità di lavorare, che cosa offrono ai musicisti i festival estivi? Due opportunità uniche: incontrare un pubblico spesso di neofiti, donne e uomini che non hanno mai camminato sulla moquette rossa di un teatro, ai quali bisogna rivolgersi con grande apertura mentale, dialogando in modo semplice, favorendo un approccio che da estivo, occasionale, possa diventare continuativo durante tutto l'anno. Tocca soprattutto ai musicisti favorire questa dinamica, approfittando di un clima meno rigido, senza aver paura di "divulgare" l'arte dei suoni. Un'estate di "semina" prepara un autunno di "raccolta". Non meno importante è proporre impaginati musicali più liberi. Se in un recital in una grande stagione è prassi eseguire una sonata in versione integrale, una suite intera, una raccolta completa di studi o preludi, in un concerto estivo è l'occasione giusta per introdurre i grandi autori, Bach, Beethoven, Mozart, Chopin, Schumann, Brahms, Liszt, con un compendio delle loro pagine più amate e conosciute dal pubblico. L'obiettivo è sempre coinvolgere più pubblico possibile. Una proposta di questo tipo non è sacrilega, i capolavori restano capolavori. Ma contiene quel momento di "leggerezza" che porta con sé la stagione estiva.
Prima di salutarvi vorrei fare a nome di tutti voi moltissimi auguri a Paolo Fazioli che il 16 luglio compie 80 anni. Il geniale costruttore romano di pianoforti a coda produce ogni anno ben 150 strumenti venduti e suonati in tutto il mondo. Un alfiere del "made in Italy", quell'eccellenza manufatturiera che ha contribuito a rendere l'Italia un Paese prospero e apprezzato ovunque. Buona estate a tutti, ci vediamo in settembre!
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