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Tre violiniste, tre continenti, un sogno comune. Mercoledì 18 giugno 2025, presso la sala Verdi del Conservatorio di Milano si è svolta la seconda serata delle finali del Premio internazionale Antonio Mormone, che ha visto confrontarsi Elli Choi dagli Stati Uniti, Hawijch Elders dai Paesi Bassi e Anna Im dalla Corea. Enrica Ciccarelli (nella foto), presidente della Società dei Concerti ha aperto l‘evento ringraziando tutti i professionisti coinvolti nella selezione. Il processo di valutazione ha visto collaborare tre diverse commissioni: quella degli esperti, quella composta da giovani pianisti e violinisti, e il gruppo che ha seguito in incognito le performance dei 10 semifinalisti in giro per il mondo. «Stiamo cercando di osservare, più che il valore tecnico, l’abilità di comunicare», spiega un membro della giuria young. Un criterio valutativo condiviso da Silvia Marcovici, violinista di fama internazionale: «Per me il talento si esprime attraverso il carisma, l’eleganza nel suonare e la facoltà di trasmettere il messaggio del compositore». La serata si è sviluppata in due momenti: il recital solistico, scelto dalle concorrenti secondo le proprie affinità, e la prova di musica da camera. Per ogni sezione si è esibita una sola delle tre finaliste. Ad aprire le danze Elli Choi, 23 anni, la più giovane. Accompagnata da Kensei Yamaguchi al pianoforte, ha proposto un programma che spazia dal primo al tardo Romanticismo: Schubert, Ysaÿe, Tchaikovsky e la Sonata op. 45 di Grieg, che ha suscitato un applauso spontaneo alla fine del primo movimento. A completare il repertorio la Sonatina V di Fabio Vacchi, brano commissionato appositamente per l’occasione. Nella seconda parte, la 27enne Hawijch Elders si è cimentata con il Trio op. 9 n. 3 di Beethoven insieme a Benedetta Bucci, violista e fondatrice del Quartetto Adorno, e Massimo Polidori, primo violoncello della Scala. L’interpretazione ha messo in luce le doti cameristiche dell’olandese, che aveva già brillato nel recital solistico del giorno precedente. Come ha sottolineato il direttore artistico Edoardo Zosi, questa prova rivela l’umanità del musicista e la sua attitudine a integrarsi armoniosamente nel suono del gruppo. Il Premio proseguirà nei prossimi giorni con l’esibizione su un violino storico messo a disposizione dal Conservatorio. Un’ulteriore conferma che sottolinea l’approccio innovativo di un concorso che guarda oltre la tecnica per scoprire le nuove stelle del panorama concertistico internazionale. (Michela Ianniciello) © Riproduzione riservata.
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